Nella città di Yverdon-les-Bains, la seconda città vodese con circa 30’000 abitanti, ce ne sono due speciali. Pierre Dessemontet e Carmen Tanner condividono infatti la carica di sindaco a metà. Si sono divisi i compiti: lui, socialista, sovrintende le finanze, lei, che fa parte dei Verdi, il personale. “Volevamo la parità, perché alle ultime elezioni i due partiti avevano ottenuto quasi lo stesso numero di voti. Dal mio punto di vista la condivisione del sindacato funziona bene”. Un parere, ovviamente, condiviso dalla co-sindaca Tanner: “Sono molto soddisfatta - dice alle telecamere della SRF -. Non è una sola persona a rappresentare la città, ma siamo in due”.
Tra la popolazione la soluzione è generalmente ben vista. “Lo trovo molto positivo - dice Yvan Gillioz, un abitante -. Porta più uguaglianza e può prevenire sovraccarichi di lavoro. Ha solo vantaggi». Giuridicamente, però, c’è un limite: la legge vodese prevede che una sola persona possa guidare un Comune, non è prevista una condivisione di questo tipo. Perciò ci sono anche dei critici, come il municipale Christian Weiler (PLR). “Per me la co-presidenza non esiste. Deve esserci sempre una sola persona responsabile. In due servono molti accordi, cosa che non sempre funziona”.
Critiche che i diretti interessati respingono, affermando che lavorano bene insieme e rappresentano una fetta più ampia di popolazione: “Sono un uomo di una certa età (ha 57 anni, ndr) - dice il co-sindaco Dessemontet -. Parte della popolazione desidera una donna o una persona più giovane per la presidenza. Ci completiamo molto bene e siamo un duo ideale”.
Questa formula finora è stata un’eccezione , ma i due co-sindaci di Yverdon si augurano di diventare un modello per altre comunità.