Sono stati definiti “aperti e costruttivi” i colloqui che si sono tenuti questo venerdì a Bellinzona al Castelgrande, tra il direttore del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) Ignazio Cassis e il suo omologo cinese Wang Yi. Nel comunicato, il Dipartimento ha indicato che l’incontro ha “offerto l’opportunità di fare il punto sulle relazioni bilaterali e di concordare misure volte a rafforzare la cooperazione politica, economica, scientifica e culturale”.
L’incontro, tenuto riservato fino all’ultimo, fa parte del cosiddetto Dialogo strategico tra Pechino e Berna, che oggi è alla sua 4a edizione, e ha l’obiettivo di rafforzare i rapporti bilaterali tra i due Paesi. Cina e Svizzera si sono detti concordi nel voler “modernizzare l’accordo di libero scambio siglato nel 2014”, che è il primo ed unico in Europa. “Non ce la faremo, probabilmente, per la fine di quest’anno, come avevamo l’intenzione. Ma speriamo sia per l’inizio del prossimo anno ”, ha detto Ignazio Cassis alla stampa. “Tutto per un commercio ancora più aperto ed equo, basato sulle regole internazionali di libero scambio”.

Un momento durante i colloqui
Dal canto suo, il ministro della Repubblica popolare cinese ha ringraziato la Svizzera per aver riconosciuto il principio di non interferenza, così come il principio di una sola Cina e degli interessi fondamentali del suo Paese. Inoltre, nel suo discorso Wang ha parlato di Gaza, apprezzando gli ultimi sviluppi, ma sottolineando che una pace duratura in Medio Oriente può passare solo attraverso la soluzione a due Stati col riconoscimento della Palestina. Cassis, non ha invece toccato l’argomento.
Sui diritti umani nessuna indicazione
Tornando ai rapporti tra Cina e Svizzera, il tema più delicato è quello dei diritti umani, che è stato citato solo en passant nel discorso di Cassis come uno dei tanti temi affrontati dai due ministri. Si tratta però di un punto significativo, in quanto nella strategia delineata dal Consiglio federale, la Strategia 2021-2024, la questione della difesa di valori importanti per la Svizzera, come la democrazia e i diritti fondamentali, è un elemento importante che il Governo ha voluto inserire in questa strategia.
La balestra e il drago
Modem 17.09.2021, 08:20
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Massima riservatezza prima dell’incontro
La “segretezza” dell’incontro odierno è una prima in Svizzera, come il fatto che siano stati invitati pochi giornalisti e che non è stato possibile porre domande ai due ministri degli esteri. I collaboratori di Cassis hanno indicato che è stata la Cina a spingere perché fosse così. C’è anche da dire che l’ultima volta che è stato a Bellinzona, Ignazio Cassis è stato preso di mira da fischi e urla di manifestanti pro-Palestina. Dunque non è da escludersi che si volessero evitare proteste analoghe, alle quali avrebbero potuto aggiungersi manifestazioni, per esempio, di minoranze come quelle dei tibetani.
Il fatto che la stampa non abbia potuto porre domande mostra, invece, il gioco d’equilibrio che la Svizzera ha adottato con la Cina. Cioè quanto sia difficile difendere valori importanti come la democrazia e i diritti fondamentali senza rovinare i rapporti economici con un gigante mondiale.

La stretta di mano tra i due ministri