Ticino e Grigioni

Condannati per traffico d'oro

Prime sentenze ad Arezzo per i ticinesi e gli italiani coinvolti nell'inchiesta Fort Knox

  • 09.11.2017, 22:58
  • 23.11.2024, 03:40
L'oro viaggiava sull'asse Napoli-Arezzo-Ticino

L'oro viaggiava sull'asse Napoli-Arezzo-Ticino

  • Keystone

Prime sentenze ad Arezzo nel cosiddetto caso Fort Knox, la gigantesca operazione anti riciclaggio portata a termine 5 anni fa che ha svelato il maggior contrabbando d'oro mai venuto alla luce tra l'Italia e il Ticino. Su 52 imputati comparsi davanti al giudice dell'udienza preliminare Marco Cecchi, tra cui ticinesi e comaschi, tre sono stati assolti, 33 hanno patteggiato la condanna e altri 16 saranno processati con rito abbreviato. Un'altra decina di coinvolti ha invece scelto il dibattimento ordinario. Disposti anche sequestri per un totale di 198 milioni di euro, pari al totale del traffico accertato in Italia. I documenti riuniti su rogatoria dagli inquirenti elvetici hanno quantificato il traffico in oltre 34 tonnellate di oro puro.

L’inchiesta partì con un blitz della Guardia di Finanza, nel 2012. In un casolare di Manciano (denominato appunto Fort Knox) scoprirono un giro di metallo prezioso, soprattutto oro. Lo stabile era una sorta di "centrale" dove avvenivano gli scambi. La mente dell'organizzazione, secondo l’accusa, era un imprenditore svizzero di origine albanese, con uffici a Lugano e a Chiasso. Il meccanismo partiva con la vendita di gioielli in compro-oro di Napoli e dintorni: il metallo veniva poi trasformato in lingotti che poi finivano in Ticino in cambio di soldi. Una volta dotato di certificati ufficiali l'oro veniva rivenduto.

Diem/ANSA/Notiziazio 21.00

I traffici d'oro tra Italia e Svizzera ricostruiti da Falò Nero oro

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