“Siamo 2’000 persone oggi”. Sono le parole risuonate nel pomeriggio a Bellinzona, dove ha avuto luogo il corteo del 1° maggio, con la manifestazione indetta dai sindacati, un appuntamento ormai di lunga tradizione.
Per la festa dei lavoratori quest’anno, oltre ai diritti da difendere, da sinistra si è messo parecchio l’accento sul potere d’acquisto.
“Il fatto di poter vivere del proprio lavoro è un diritto fondamentale, forse il più importante – afferma ai microfoni di SEIDISERA il segretario regionale del sindacato UNIA Giangiorgio Gargantini – . E oggi in Ticino questo diritto è rimesso in questione perché con i salari che sono pagati in determinate realtà è impossibile vivere sul territorio”.
Le rivendicazioni in questo senso ormai riguardano anche e soprattutto il ceto medio: “Quando si parla di dumping salariale – prosegue ancora Gargantini – questo non tocca solo i salari più bassi, tocca tutti i salari, perché quando vediamo offerte per ingegneri e architetti a 4’500 franchi al mese, evidentemente si tratta anche lì di dumping salariale. Ciò che sciocca di più la popolazione sono i salari più bassi, ma la realtà è che questa problematica tocca ormai tutta la popolazione in modo trasversale”.

In 2000 al corteo del Primo maggio a Bellinzona
Il Quotidiano 01.05.2025, 19:00
Un altro valore su cui è stato posto l’accento oggi a Bellinzona dall’Unione sindacale svizzera (USS), è quello della solidarietà: contro ogni forma di egoismo, contro l’impoverimento della società.
Diverse poi le organizzazioni sindacali che si sono espresse in difesa del servizio pubblico, ad esempio a favore di media forti, contro lo smantellamento delle ferrovie o ancora per la lunga battaglia che chiede il miglioramento delle condizioni di lavoro nel settore sociosanitario.
“Dobbiamo investire sul futuro della nostra popolazione – ha detto ai microfoni del Quotidiano Michela Pedersini, la presidente del gruppo EOC nel sindacato VPOD –, la malattia non può lasciare soli, come la scuola non può essere lasciata sola… nessuno deve essere lasciato solo”.
“Quando penserete di essere soli davanti allo sfruttamento, davanti al precariato e ai salari ingiusti, guardate le persone intorno a voi e ricordatevi che tutti insieme i muri non solo li scavalchiamo, ma li abbattiamo tutti” le ha fatto eco dal palco Sabrina Sozzi.

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