“Quello che ci aspetta è un lavoro immane”. Parola del presidente del Governo ticinese Norman Gobbi che, intervistato lunedì sera da Reto Ceschi a 60Minuti, ha parlato delle “difficoltà di implementazione” delle due iniziative cantonali sulle casse malati, approvate domenica. Non sarà facile, ha detto il consigliere di Stato, “trovare il finanziamento per l’iniziativa socialista del 10% e anche cercare di calmierare l’effetto sulle finanze comunali dell’iniziativa della Lega per le deduzioni fiscali dei premi di cassa malati”.
L’esito del voto, al di là dei proclami della vigilia, non ha sorpreso Gobbi: “Dopo l’ennesimo annuncio, da parte della Confederazione, su un aumento dei premi in Ticino superiore rispetto a quanto prospettato fino a qualche mese fa, era molto più probabile un doppio sì”.
Secondo il presidente del Consiglio di Stato “quello di domenica è stato un voto contro un sistema che non riesce a rispondere alla necessità, da un lato, di prendersi cura di sé attraverso un sistema sanitario di qualità, dall’altro, di un equilibrio dal punto di vista soprattutto dei costi”.
Ora, ha proseguito Gobbi, per il governo si tratta di trovare un “doppio equilibrio, dopo un doppio sì che è abbastanza contraddittorio, proprio perché l’iniziativa socialista chiede di aumentare fortemente le uscite attraverso un potenziamento dei sussidi. Quella della Lega di ridurre le imposte con un prelievo fiscale inferiore”.
Il sistema (di finanziamento dei costi della salute, ndr), ha ribadito Gobbi, “ormai ha raggiunto il suo limite ed è questo uno dei compiti che cercheremo di assumerci, assieme a quello di far una quadra tra le due posizioni”.
Nel corso dell’intervista, il presidente del Governo ha pure evidenziato le “posizioni sono molto distanti e contrapposte” in materia, tra i sindacati e i rappresentanti dell’economia. Il prossimo passo, per il Consiglio di Stati sarà “avere un dialogo. Questo mercoledì, in seduta, formalmente decideremo di convocare proprio nei prossimi giorni gli iniziativisti per ascoltare le loro argomentazioni, le loro ipotesi di soluzioni. Questo ci permetterà di avere le carte sul tavolo per affrontare la costruzione di una soluzione condivisa. La Svizzera è la Repubblica del compromesso, che oggi sembra quasi una bestemmia. Però fa parte della cultura politica del nostro Paese trovare un minimo comun denominatore tra le parti nell’interesse del bene comune, che oggi spesso dimentichiamo, difendendo più le singole bandierine”.
Chiamato a commentare le parole della direttrice del DECS, che domenica ha detto che “occorre fare in fretta”, Gobbi ha risposto che “i tempi non li detta la collega Carobbio, così come non li detta il Consiglio di Stato. Sono tempi che devono essere maturi per una condivisione delle soluzioni. Poi si passerà comunque sempre attraverso una votazione del Gran Consiglio e molto probabilmente ancora attraverso una votazione popolare. Questo evidentemente è il percorso democratico”.
La ricandidatura: “Dipenderà... ma sono ancora a disposizione”
Un percorso che rischia di accavallarsi con le elezioni cantonali del 2027. Gobbi si ricandiderà? A domanda diretta, così ha risposto: “Questo dipenderà da quello che capiterà ancora nei prossimi mesi. Però ho già detto che sono ancora a disposizione proprio perché ho l’entusiasmo”.

Iniziative casse malati: pareri a confronto sul finanziamento
Il Quotidiano 29.09.2025, 19:00