Politica dei trasporti

Gobbi: bene la priorità 1 per l’autostrada, ma serve completare anche AlpTransit

Non si sono fatte attendere le reazioni al documento del Politecnico di Zurigo che sottolinea quali progetti, in Svizzera, dovrebbero essere realizzati per primi

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Radiogiornale delle 07:00 del 10.10.2025: il servizio di Umberto Gatti

RSI Info 10.10.2025, 09:14

  • Keystone
Di: Radiogiornale-Umberto Gatti-Manuele Ferrari/ludoC 

Un documento di base per decidere come sviluppare strada e rotaia in Svizzera nei prossimi 20 anni: è stato presentato in questi termini il rapporto “Trasporti 2045” stilato dal Politecnico federale di Zurigo (ETH), su incarico del Dipartimento federale dei trasporti, dell’energia e della comunicazione (DATEC). Un rapporto che evidenzia quali progetti dovrebbero avere la precedenza, poiché le finanze della Confederazione non permetteranno di realizzare tutti i progetti previsti. E le reazioni non si sono fatte attendere.

Gobbi: bene l’attenzione sull’A2, ma serve anche il completamento dell’AlpTransit

In Ticino si punta principalmente sul potenziamento della rete autostradale, con il collegamento A2-A13 e il potenziamento delle corsie dell’autostrada A2 tra Lugano e Mendrisio. Opere che, secondo il rapporto, hanno la massima priorità, mentre il proseguimento di AlpTransit a sud di Lugano non viene indicato come una priorità.

Norman Gobbi, consigliere di Stato ticinese e presidente del Governo, ai microfoni del Radiogiornale reagisce così: “Sicuramente è positivo che venga riconosciuta la priorità 1 per questo tipo di infrastrutture ma su altri fronti dovremo lavorare per far capire che il completamento anche a sud dell’asse ferroviario del San Gottardo, in direzione di Milano per quanto riguarda le persone e verso Luino e poi  Varese per le merci, per noi è altrettanto prioritario, nell’ottica di completare un’opera che è d’interesse non solo ticinese ma soprattutto nazionale e internazionale”.

Questa perizia sembra però mettere nel cassetto per decenni lo sviluppo ferroviario a sud di Lugano… “Un difetto dello studio – reagisce Norman Gobbi – è il fatto che considera AlpTransit come una dorsale interna di collegamento nazionale, mentre è stata costruita in particolare per connettere meglio la Svizzera al resto dell’Europa a nord e a sud. (il potenziamento verso sud, ndr.) Per noi è prioritario, proprio perché se l’obiettivo è di rafforzare la Svizzera, e anche il Ticino quindi, come luogo di produzione e di sviluppo, dobbiamo migliorare i collegamenti: quindi potenziando l’asse di Luino per le merci, e completando l’asse a sud di Lugano per migliorare ulteriormente i collegamenti verso Milano. Una città che interessa il Ticino ma anche Zurigo”.

ATA: reagiremo

A livello nazionale, all’interno del rapporto, quali prioritari, si citano per esempio la nuova galleria dell’autostrada A2 sotto il Reno e la terza canna della galleria del Rosenberg a San Gallo: due dei sei progetti presenti nel pacchetto per il potenziamento delle strade nazionali, che tuttavia è stato rifiutato alle urne lo scorso anno.

Questo è “inaccettabile”, reagisce Jelena Filipovic, co-presidente dall’Associazione traffico e ambiente (ATA): “In questo modo si cerca di imporre la realizzazione di progetti ai quali la popolazione ha chiaramente detto “no”. Un lavoro, quello del Professor Ulrich Weidmann dell’ETH, limitato a questioni di natura finanziaria, critica ancora Filipovic ai microfoni dei colleghi di SRF.

Da un punto di vista politico e democratico, quanto fatto, per la presidente dell’ATA, è altamente problematico. Da qui il suo l’annuncio: “Ci muoveremo subito affinché anche al Consiglio Federale sia chiara la nostra posizione. Ora comincia l’iter politico, e al più tardi durante le discussioni parlamentari entreremo in azione”, ha assicurato Jelena Filipovic.

Conferenza dei trasporti della Svizzera occidentale: rapporto interessante

Parole decisamente diverse le trova invece Jean-François Steiert, presidente della Conferenza dei trasporti della Svizzera occidentale: “È una buona analisi tecnica, è coerente nel suo insieme. Inoltre, evidenzia chiaramente che servono risorse a sufficienza per realizzare i traguardi fissanti dalla Confederazione per quanto riguarda la politica dei trasporti”, spiega in un’intervista trasmessa dal nostro Radiogiornale. Per il consigliere di Stato friburghese, che progetti scartati alle urne siano tornati sul tavolo, non rappresenta un problema: “Un professore può e deve potersi esprimere chiaramente, senza tabu. Parliamo di questioni tecniche, beninteso”. Ora si tratta di passare alla discussione politica, tutt’altra categoria di persone che analizzerà altri aspetti e che potrà decidere, in maniera democratica, cosa si può fare. Nel suo insieme, conclude Steiert “il rapporto sembra essere interessante”.

Aggiustamenti qua e là saranno sicuramente necessari, anche perché ora i Cantoni hanno la possibilità di studiare il documento ed esprimere la loro posizione.

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