"Non siamo entrati nella favela"

“Non siamo entrati nella favela, solo questo vi posso dire”. La turista ticinese di 65 anni, coinvolta domenica assieme al marito in un'aggressione a Rio de Janeiro, ha risposto così ai cronisti, dopo che è stata sentita per più di quattro ore dai commissari che stanno seguendo il caso.

La coppia del Bellinzonese, secondo quanto ricostruito dal media brasiliano Globo, stava tornando (e non andando, come si era pensato in un primo momento) dalla città di Paraty, perché, dopo sei ore di ricerca non aveva trovato l’hotel dove avrebbe dovuto passare la notte dell’ultimo dell’anno.

Sulla trafficata Avenida Brasil, il navigatore ha indicato una scorciatoia che passava a fianco alla favela Cidade Alta. Tre uomini armati hanno attaccato l’auto, ma l’imprenditore ticinese di 73 anni è riuscito a scappare. Subito dopo la coppia è stata soccorsa da una volante della polizia. Lui è stato portato in ospedale, dove è stato operato per rimuovere un proiettile finito nel torace. In questo momento, si trova in condizioni gravi ma stazionarie.

Il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) ha confermato l'accaduto. "L'incidente è avvenuto in un'area controllata da criminali che i turisti dovrebbero evitare", ha spiegato da parte sua il portavoce della polizia militare Mauro Fliess all'agenzia di stampa AP. Ieri, gli investigatori hanno setacciato la favela alla ricerca dei responsabili dell'attacco.