Approfondimento

Nonna Lucia, “Così faccio arrestare i truffatori” 

Già 15 i “corrieri” della mala dei nomadi arrestati in Ticino, anche grazie agli anziani: reagiscono alle truffe shock, passando la telefonata alla polizia

  • 2 febbraio, 15:53
  • 2 febbraio, 15:53

Pronto? Chi truffa?

Falò 01.02.2024, 21:15

  • RSI
Di: Falò/RSI Info

“Come ho capito che al telefono fisso c’erano questi “signori”, ho digitato il 117 con il cellulare, l’ho avvicinato alla bocca e ho detto “ascolti, ascolti” alla polizia; poi ho avvicinato i due telefoni. Così gli agenti hanno potuto sentire e capire. E sono intervenuti”. Così nonna Lucia (nome di fantasia, vero nome noto alla redazione) ha spiegato alle telecamere di Falò come ha sventato la truffa delle telefonate shock, facendo finire in manette uno dei corrieri delle organizzazioni criminali della mala dei nomadi che si muovono tra Ticino, Nord Italia e Polonia e che hanno terrorizzato soprattutto gli anziani ticinesi nel 2023.

L’anno appena passato è stato definito drammatico dalla polizia cantonale: nel solo Ticino sono state migliaia le telefonate shock effettuate, 42 le truffe riuscite, per un bottino complessivo superiore ai 2 milioni di franchi. Si tratta di numeri e importi mai raggiunti prima in passato.

Intanto, però, sono circa 15 i “corrieri” arrestati in Ticino negli ultimi mesi, anche grazie alla capacità di persone come Lucia. I malfattori avevano tentato già 3 volte di truffarla, ma con lei a rischiare sono loro. Quando riceve una telefonata, nella quale i malavitosi si spacciano per un suo parente, Lucia li chiama con un nome inventato: “E loro mi rispondono: Certo, sono io… allora da lì si va avanti.. e io penso: Allora tu sei un farabutto, vediamo se riesco a darti il benservito…”. Prontezza e reattività, non è da tutti. La messinscena prosegue fino all’arrivo del “corriere”, con la polizia già messa in allerta e appostata. “Questa volta devo proprio dirlo, con soddisfazione, questo “signore” è finito qualche giorno al fresco. Voilà”, dice Lucia.

Il racconto dell’operazione che ha portato all’arresto della “mente” della banda

RSI Ticino e Grigioni 01.02.2024, 14:54

  • RSI

La telefonata, ecco cosa raccontano i truffatori

Purtroppo per una persona capace di reagire come Lucia, ce ne sono ancora tante altre, troppe, che vengono truffate. I malavitosi hanno capito che, mettendo pressione con la telefonata shock, la vittima crolla, e consegna il denaro. “Buongiorno, è la polizia, sua figlia ha provocato un grave incidente stradale. Se non paga subito una cospicua cauzione verrà arrestata”. Iniziano spesso così le telefonate shock con le quali i truffatori si fingono poliziotti o medici e comunicano notizie terribili (incidenti, malattie…) al malcapitato di turno (in particolare agli anziani), chiedendo e spesso ottenendo decine di migliaia di franchi in contanti o gioielli per pagare presunte cure o cauzioni. 

La testimonianza: “Mia mamma dopo la truffa ha avuto un infarto”

Non c’è solo un impatto materiale (i soldi persi), la truffa causa anche un forte impatto emotivo, che può avere conseguenze sulla salute. ”Ora quando vado a trovare mia madre, 93 anni, la trovo triste, provata – racconta la figlia di una vittima a Falò -. La mamma continua a chiedersi: come ho fatto a cascarci, come ho potuto. Poi dopo la truffa, quando ha iniziato a stare meglio a livello psichico, ha avuto un infarto… Ora mi dice: mi hanno rovinata dentro, non sono più quella di prima… si fa un sacco di sensi di colpa”.

Le conseguenze psicologiche sulle vittime

Le telefonate shock esercitate su persone fragili sono, di fatto, una forma di maltrattamento. “Proviamo a immaginarci cosa può essere trovarsi nella propria abitazione (dove le persone anziane di solito si sentono tranquille, protette, a loro agio) e poi finire catapultati, in maniera repentina, in un altro scenario di urgenza, di richieste di aiuto. Già questo è traumatico, spiega, alle telecamere di Falò, Francesca Ravera (psicologa Pro Senectute Ticino e Moesano) -. Una truffa ha una doppia conseguenza: da una parte si arriva a non potersi più fidarsi dell’altro e dall’altra a non potersi più fidare di se stessi e della propria capacità di valutazione”.

Gli incontri informativi con la polizia cantonale

La polizia ticinese ha organizzato una serie di incontri per sensibilizzare, soprattutto le persone anziane, e insegnare come reagire alle telefonate dei truffatori. “La necessità di parlare di questo tipo di prevenzione è sentita nella popolazione. Ho sentito persone che mi hanno detto: sono passati due mesi da quando ho ricevuto quella telefonata. È durata due minuti, ma quei due minuti sono stati i peggiori della mia vita”, spiega Patrik Cruchon (sergente maggiore polizia cantonale TI).

In carcere la “mente” delle truffe shock in Ticino

Intanto, grazie alla collaborazione tra la polizia ticinese e quella polacca, uno dei leader dell’organizzazione che prende di mira soprattutto gli anziani è finito in manette. La “mente” delle truffe shock in Ticino, un 37enne che in passato ha vissuto per molti anni a Novara (dove, tra l’altro, ha imparato perfettamente l’italiano), è stato bloccato dagli agenti delle forze speciali della polizia polacca a casa sua, nei sobborghi di Poznan. Un arresto condotto dopo l’emissione di un mandato di cattura internazionale da parte del ministero pubblico ticinese.

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“Si spostano in continuazione, ora crediamo si siano riorganizzati nella zona di Danzica”

Dal giorno dell’arresto del 37enne a Poznan, il numero di telefonate shock verso il Ticino è finito, per settimane si è bloccato del tutto, ma gli investigatori non si fanno illusioni. “Si spostano in continuazione, ora crediamo si siano riorganizzati nella zona di Danzica”, spiega uno degli agenti delle forze speciali polacche, impegnate nella caccia ai truffatori. Non bisogna quindi abbassare la guardia. Nonna Lucia lo sa... ora bisogna spiegarlo anche a tutti gli altri cittadini.

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