Sette anni da espiare, più un trattamento psichiatrico da seguire in carcere. È la sentenza emessa venerdì pomeriggio dalla Corte delle Assise criminali a Lugano nei confronti del 31enne ticinese che, per un anno, picchiò ripetutamente la propria compagna - commettendo anche il reato di tentato omicidio intenzionale.
La condanna inflitta dal giudice Amos Pagnamenta si situa esattamente a metà strada tra le richieste di accusa e difesa. Il procuratore Andrea Minesso aveva proposto 10 anni, mentre il difensore Marco Masoni aveva chiesto che la pena non superasse i 4 anni.
Il 31enne rispondeva di 22 capi d'accusa - il più grave è il tentato omicidio ma,tra gli altri, anche vie di fatto, minacce, ingiurie, coazione, violenze e minacce contro autorità e funzionari - per i numerosi atti violenti ai danni della propria compagna (che era andata a vivere nella sua casa in Leventina).
La corte ha ritenuto l'uomo egoista e aguzzino, per aver fatto vivere un inferno alla ragazza, agendo reiteratamente e senza fermarsi neppure dopo aver constatato il dolore causato. Per questo e senza una vera assunzione di responsabilità, il giudice ha parlato di colpa gravissima.
TG/M. Ang.