Ticino e Grigioni

Un ricorso blocca il restauro di Villa Cristina a Mezzana

L’edificio doveva rimesso in sesto entro giugno 2026, ma il progetto si è fermato davanti al TRAM a causa di un ricorso della STAN -Ci vorranno almeno 2 anni - “La metà degli appalti era già stata attribuita” dice il Cantone, proprietario

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Casa Cristina a Mezzana e i ricorsi per il restauro

Il Quotidiano 31.07.2025, 19:00

Di: Il Quotidiano/Sharon Bernardi/Spi 

Villa Cristina a Mezzana, la dimora del Seicento donata al Cantone per realizzarvi nel 1912 l’istituto agrario, mostra i segni del passare del tempo. Nel frattempo il cantiere per sanarli, non è partito. Ai microfoni del Quotidiano, Giovanni Realini, responsabile della Sezione cantonale della logistica, ne rivela il motivo: “Purtroppo c’è un ricorso che ha bloccato quello che è il nostro obiettivo di poter ristrutturare questo edificio. Prevedevamo che di poterlo consegnare finito per giugno 2026”.

“Quando si mette le mani su un bene culturale protetto, oltretutto di importanza cantonale - osserva Paolo Camillo Minotti, segretario della Società ticinese per l’arte e la natura -, si dia prova di una certa accuratezza. Che si facciano delle verifiche storiche approfondite e si rispetti, nel limite del possibile, la sostanza storica dell’edificio. E non fare interventi di sostituzione generalizzata di finestre, pavimenti, eccetera”.

Il Cantone vorrebbe scrivere una pagina nuova di questa storia, con il beneplacito dell’Ufficio dei beni culturali. Un anno e mezzo fa il Parlamento disse sì a 22 milioni di franchi, la metà per il restauro conservativo di Villa Cristina. “Andremo a sostituire completamente il tetto e a ripulire tutte le aggiunte che sono state fatte negli anni - spiega il responsabile della Logistica -. Inseriremo un lift per le persone non abili e toglieremo tutti i controsoffitti. Riporteremo allo stato originale tutte le volte e i volumi. E sostituiremo tutti i serramenti con il restauro completo delle facciate”.

Un piano di “battaglia” che non convince la STAN. “Noi avevamo suggerito di riparare le finestre rovinate. E poi c’è anche il problema del picchio, si dice che sia quell’uccello a rovinare queste gelosie. Ma se questo picchio c’è, rovinerebbe anche quelle nuove”.

Dopo il no incassato dal Governo, ora quindi è stato inoltrato il ricorso al Tribunale amministrativo. Difficile dire quanto tempo ci vorrà. Forse almeno un paio d’anni. “Stiamo riattando anche la cantina dei vini e con Villa Cristina poteva esserci un’ottimizzazione dei costi. Oggi il 50% delle opere è già deliberato. Ci dovrà essere una revisione e sicuramente un aumento dei costi”, conclude Realini.

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