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Tutta la musica degli Oscar 2023

Da John Williams a Rihanna, nominati e favoriti nelle categorie Miglior Canzone Originale e Miglior Colonna Sonora

  • 10 marzo 2023, 09:00
  • 14 settembre 2023, 09:01
Naatu Naatu, da RRR di Srisaila Sri Rajamouli

Gli Oscar musicali sono due, miglior colonna sonora e miglior canzone originale. Premi simili, eppure percepiti in modo molto diverso.
La miglior canzone di solito viene presentata appena prima dei premi più importanti (miglior regia, miglior film) e porta sul palco vere star del pop, molto ben accette in tempi in cui quelle hollywoodiane sono un po’ appannate per diversi motivi: negli ultimi anni, hanno accettato la statuetta tra gli altri Lady Gaga, Elton John, Billie Eilish, per la gioia del network ABC che cerca in tutti i modi di rinverdire i fasti di un award show storico, ma certo non più capace di raccogliere venti, trenta milioni di spettatori come un tempo (siamo alla metà, più o meno).
La miglior colonna sonora invece è sempre stata considerata un Oscar tecnico, minore, tanto da venire addirittura esclusa dalla diretta nel 2022, anno in cui la ABC ha lasciato off-air ben otto categorie: una scelta che quest’anno non verrà ripetuta, dopo le molte polemiche suscitate. Considerare un premio di serie B quello vinto da Vangelis e Henry Mancini, Giorgio Moroder e Prince, Hans Zimmer e Ennio Morricone, era del resto una scelta che si commentava da sola.
All’edizione 2023 rimangono le polemiche legate agli esclusi meritevoli: da ricordare almeno On my Way, ballata pop di Jennifer Lopez dalla colonna sonora di Marry Me – Sposami, che avrebbe potuto essere tranquillamente un singolo da alta classifica anche senza il film intorno (per chi lo volesse vedere, si trova su Amazon Prime Video e Sky); e ancora di più Nobody Like You, uno dei meravigliosi finti pezzi da boy band anni Novanta prodotti da Billie Eilish e Finneas per il divertentissimo Red della Pixar (su Disney +, naturalmente).

Oscar 2023: il premio alla Miglior Canzone

Uno qualsiasi dei due avrebbe potuto tranquillamente sostituire la nomination per Applause, cantata da Sofia Carson per il film antologico Tell It Like a Woman, girato da sette registe che hanno prodotto altrettanti corti di – perdonate l’orribile sintesi giornalistica – empowerment femminile. La Carson ha però dalla sua l’autrice del pezzo, Diane Warren, regina delle ballate pop e delle nomination agli Oscar: ben 14 finora per la compositrice di I Don’t Wanna Miss A Thing degli Aerosmith, l’ultima che tutti ricordiamo quella per Io sì (Seen) che Laura Pausini ha cantato nel 2021 proprio dal tetto dell’Academy a Los Angeles. Certo, la Warren lavora nel mondo del cinema da decenni, ma questa sua abitudine alla nomination lascia spazio a molti dubbi. I membri dell'Academy le hanno conferito un Oscar alla carriera lo scorso autunno, e sarebbe potuto essere il momento giusto per non sentirsi più obbligati a votarla. Invece, eccola di nuovo. Per di più, con una canzone tratta da un film che nessuno ha visto (non è uscito in sala e non sembra neppure disponibile in streaming, da quel che ci risulta) e che – soprattutto – risulta talmente generica all’ascolto da sfiorare la parodia. Quali offerte impossibili da rifiutare avrà fatto la Warren, ai votanti dell’Academy? Rimarrà un mistero hollywoodiano.

Per rimanere in tema canzoni generiche, ecco le due vere star candidate quest’anno: Rihanna e Lady Gaga. La prima ha offerto a un pubblico dopato da vagonate di hype (è la colonna sonora del nuovo Black Panther! È il primo singolo di Rihanna dopo sei anni di silenzio!) una ballata tanto perfetta dal punto di vista della performance vocale quanto incapace di suscitare alcuna emozione. La seconda ha conquistato la sua terza nomination con Hold My Hand, che ben si adatta al tema aeronautico di Top Gun: Maverick (disponibile per la visione su Paramount Plus), ma sembra viaggiare con il pilota automatico. E soprattutto, impallidisce se paragonata sia alla potentissima Shallow, con cui ha vinto nel 2019 insieme a Bradley Cooper e a A Star Is Born, che alle hit dell’originale Top Gun. Riconosciamo però un’attenuante: superare quel genio di Giorgio Moroder non sarebbe semplice per nessuno.

Dunque, cosa resterà, di queste nomination? Personalmente, spero rimanga il pop elettronico di Ryan Lott del gruppo post-rock newyorchese Son Lux, e soprattutto This Is A Life, scritta con la non secondaria collaborazione di Mitski e David Byrne (!) per Everything Everywhere All At Once (disponibile tramite molti servizi VOD). Non solo suona meravigliosamente, ma il pezzo sembra, al contrario di quelli citati in precedenza, davvero pensato insieme al film al quale è legato, che racconta le infinite possibilità dell’esistenza in un fantascientifico trattato di assurda filosofia pop.

Più probabilmente, però, a trionfare – e non ci sarebbe niente di male – sarà Naatu Naatu di M.M. Keeravaani e Chandrabose.
Se non ne avete mai sentito parlare, non è poi così strano: Naatu Naatu è uno dei molti numeri musicali che punteggiano la trama del film indiano più costoso di sempre, RRR (disponibile su Netflix) di Srisaila Sri Rajamouli. Un mega kolossal di tre ore che racconta (più o meno come sempre, quando i film indiani arrivano dalle nostre parti) la lotta rivoluzionaria contro i dominatori inglesi a inizio Novecento. Un film che – almeno ai nostri occhi occidentali – appare incredibilmente folle e kitsch, come i quattro minuti della sua canzone-guida. Un vero godimento.

Oscar 2023: il premio alla Miglior Colonna Sonora

Detto della miglior canzone, la corsa al premio per la migliore colonna sonora originale è tra le più interessanti degli ultimi anni. Il già citato Ryan Lott/Son Lux (Everything Everywhere All at Once) è infatti l'unico nominato in entrambe le categorie, un outsider in competizione con compositori esperti: Volker Bertelmann per Niente di nuovo sul fronte occidentale (già due nomination in carriera), Justin Hurwitz per Babylon (già due Oscar per La La Land) e Carter Burwell per Gli spiriti dell’isola (già tre nomination in carriera).
E poi, bè, c’è John Williams.
Novantun’anni, cinque Oscar, 53 nomination in carriera. Quella del 2023 è per The Fabelmans di Steven Spielberg, che Williams ha musicato avvantaggiato dal fatto di aver conosciuto la defunta madre del regista, Leah Adler, una talentuosa pianista da concerto: così il più importante compositore del cinema hollywoodiano ha trovato l’ispirazione per scrivere uno dei temi di pianoforte più belli della sua carriera, oltre a una colonna sonora che “remixa” frammenti di pezzi classici per pianoforte scelti tra i preferiti di Leah Adler. La concorrenza è forte, ma ci sentiamo di puntare su di lui. Anche perché ha detto chiaramente che continuerà a lavorare per il cinema di Steven Spielberg anche in futuro, allontanando l'idea di un ritiro che gli avrebbe potuto fruttare qualche voto "alla carriera". Noblesse Oblige.

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