Le analisi hanno permesso di accertare che è malato di ebola anche un secondo membro del gruppo di sanitari che hanno curato Thomas Duncan, il "paziente zero" liberiano ucciso dal virus la scorsa settimana al Texas Health Presbyterian Hospital di Dallas. Si tratta di una donna.
La paziente dopo aver manifestato febbre è stata subito isolata, ha spiegato il Dipartimento statale della sanità. Finiranno in quarantena anche le persone che hanno avuto contatti con lei. Il primo caso di trasmissione (anche negli interi Stati Uniti) riguardava un'infermiera di 26 anni ed era stato confermato domenica.
La diffusione della malattia preoccupa, ma per l'Unione Europea non si può parlare di pandemia, visto ad eccezione di pochi casi, la malattia è concentrata in tre paesi. I controlli in entrata ed uscita da essi devono essere rafforzati, ma i Ventotto non raccomandano verifiche sistematiche ai confini dell'UE, che rimangono eventualmente di competenza dei singoli Stati membri. La crisi generata dall'ebola, tuttavia, non finirà presto e richiederà una risposta internazionale più potente.
pon/ATS/Reuters
RG 12.30 del 15.10.14 - Il servizio di Anna Valenti