Svizzera

Zone rosse, "casi paradossali"

La riflessione dell'esperto dell'EPFL dopo il caso della Liguria: "Losanna potrebbe essere simile a La Spezia, interrogarsi sui criteri"

  • 26 settembre 2020, 20:37
  • 10 giugno 2023, 05:01

RG 18.30 del 26.09.20 - L'intervista di Chiara Savi a Didier Trono

RSI Svizzera 26.09.2020, 20:36

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Il caso della Liguria, inserita nella lista delle zone a rischio dall'Ufficio federale di sanità pubblica (UFSP), riapre la discussione dei criteri utilizzati per decretare la pericolosità di una regione, e sulla complessità delle cifre per meglio analizzare l'andamento della pandemia. Secondo Didier Trono, esperto del Politecnico di Losanna e collaboratore della Task force nazionale sul Covid-19, "siamo di fronte a un paradosso".

Stando ai criteri fissati, infatti, (ossia oltre 60 casi ogni 100'000 abitanti) alcune regioni della Svizzera sarebbero classificabili come zone rosse. "Se prendiamo il caso della Liguria, le autorità regionali hanno immediatamente reagito facendo notare come le sue cifre siano influenzate dal cluster di La Spezia: questo esempio ci permette di comprendere come queste definizioni siano arbitrarie, perché in Svizzera si potrebbe affermare che Losanna è paragonabile a La Spezia. Credo dunque che ci si debba interrogare su come applicare criteri che abbiano un senso sul piano epidemiologico", osserva Trono.

Proprio oggi, sabato, l'UFSP ha ribadito che non sono possibili eccezioni: "Con un'incidenza di 80 casi ogni 100'000 abitanti, la Liguria rappresenta una regione ad alto rischio di Covid-19. Un'ulteriore differenziazione all'interno di una regione non è possibile". Al momento, nella "black list" stilata da Berna rientrano 18 regioni francesi e altre 59 destinazioni, tra Paesi e regioni di tutto il mondo, più la Liguria.

Ma la stessa definizione di zona a rischio, secondo l'esperto, andrebbe rivista, così come la quarantena imposta a chi rientra da determinati Paesi. "Si può dire con una certa sicurezza che il rischio di infezione di qualcuno che rientra da un Paese straniero è più legato al suo comportamento che alla frequenza. - ragiona Trono - Se si parte per una destinazione dove il 50% della popolazione è infetta, si rischia ovviamente di infettarsi. Se si va in un Paese dove il virus circola come in alcuni cantoni svizzeri, ci si può contagiare se si trascorre tutta la notte in discoteca, ma se si parte per un viaggio d'affari prendendo tutte le precauzioni, o si affitta una casa di vacanza in un posto poco frequentato, il rischio è ridotto".

In conclusione, dunque, "dobbiamo veramente riflettere su questo in un momento in cui la frequenza degli spostamenti sta aumentando in tutto il mondo, altrimenti le zone rosse si moltiplicheranno a vista d'occhio e la Svizzera si ritroverà come il villaggio di Asterix, circondato da muri ma con il virus che circola al suo interno".

RG/eb

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