Ticino e Grigioni

Agenti a processo, versioni opposte

Due poliziotti accusati di aver malmenato un uomo cinque anni fa a Locarno. Loro negano ogni addebito

  • 20 novembre 2018, 20:30
  • 9 giugno 2023, 03:22

CSI 18.00 del 20.11.2018: il servizio di Francesca Calcagno

RSI Ticino e Grigioni 20.11.2018, 20:21

  • tipress
Di: CSI-FrCa/ludoC

“Sono stato fortunato, dalle botte che ho preso potevo essere morto”. È quanto ha dichiarato oggi (martedì) in aula a Lugano un 33enne italiano, sentito dal presidente della Corte delle Assise correzionali, il giudice Mauro Ermani, in via eccezionale, perché in fase di inchiesta non c’era stato contradditorio. Accusa due agenti della polizia cantonale di averlo malmenato, nel 2013 a Locarno, fino a rompergli il naso. Loro, i due agenti di 37 e 28 anni, all’epoca dei fatti in forze ai reparti mobili del Sopraceneri, negano ogni addebito. Per la difesa sono tutte bugie di un personaggio – citiamo – più che discutibile.

Ma torniamo al 15 novembre di 5 anni fa. Per farlo, in aula sono stati visti e rivisti i filmati che testimoniano parte di quanto successo quella notte, dopo che l’uomo era stato fermato a Tegna. Nei video si vedono i due agenti trascinarlo fino al parcheggio dell’ospedale la Carità di Locarno dov’era stato portato perché ubriaco. Il suo tasso alcolemico sfiorava il 3 per mille. Uno dei due agenti gli fa uno sgambetto e cade. Le immagini che seguono sono poco chiare, si vede l’uomo a terra e i due poliziotti gesticolare.

Sull’intervento gli agenti sono stati interpellati più volte dal giudice Mauro Ermani. L’uomo era pesantemente ubriaco, già ammanettato, perché quello sgambetto? Perché portarlo al posto di polizia? Ha chiesto loro.

Aveva degli sbalzi di umore, ci minacciava, hanno risposto gli agenti. “Temevamo per la nostra sicurezza e per quella di chi era in ospedale”. L’intervento – hanno ripetuto – “è stato da manuale”. Il naso se l’è rotto, cadendo.

Una versione alla quale il procuratore generale Andrea Pagani non ha creduto: quella sera i colpi – ha detto- sono stati inferti per rabbia, perché ce l’avevano con chi li aveva insultati. Ha quindi chiesto la conferma del decreto d’accusa e la condanna per entrambi, accusati di abuso di autorità e ripetute lesioni semplici, ad una pena pecuniaria sospesa di 150 aliquote giornaliere e al pagamento di una multa. Gli avvocati difensori Brenno Canevascini e Andrea Bersani hanno invece chiesto l’assoluzione degli imputati. La sentenza verrà comunicata alle parti la settimana prossima.

Due agenti a processo

Il Quotidiano 20.11.2018, 20:00

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