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I clown dottori compiono vent’anni

di Elisabetta Jankovic

Mr. Stubs (Michael Christensen, sinistra) e Gordoon (Jeff Gordon) al Big Apple Circus (1986) (courtesy www.circopedia.org — Photo © Martha Swope Associates/Linda Alaniz)
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I clown dottori compiono vent’anni

Laser 19.04.2013, 02:00





Era il 1986 quando Michael Christensen, clown del Big Apple Circus di New York, incominciò a far visita ai bambini di un Ospedale Pediatrico della Grande Mela. Il personaggio che portava tra le corsie si chiamava Mr. Stubbs e aveva il classico naso rosso e le scarpe giganti con la punta bombata. Riuscire a strappare un sorriso ai piccoli pazienti dei vari reparti, portare il riso tra i letti dei malati, illuminare i volti di quei bimbi che non potevano recarsi sotto il suo tendone perché obbligati a rimanere in un letto, spinse Michael a creare il “ Clown Care Unit”. E dagli Stati Uniti l’esperienza si propagò rapidamente anche in Europa. Agli inizi degli anni Novanta, tra le prime associazioni che si dedicarono all’impresa di far sorridere i bambini malati, troviamo la fondazione svizzera Theodora, che proprio il 20 aprile festeggerà vent’anni di attività. Un traguardo importante che ha coinvolto, solo nel 2012, quasi novantamila bambini in tutta la Svizzera, di cui tremilatrecento in Ticino. Ma come vengono preparati i clown dottori? Chi li seleziona? Quali caratteristiche umane devono avere? Come si svolge il loro delicato compito? Per raccogliere le loro voci, registrarne le testimonianze e assistere ai loro laboratori siamo andati a Rolle, sul lago di Losanna, durante un seminario internazionale di 200 clown dottori provenienti da più di 14 paesi europei. Lì abbiamo incontrato un’umanità straordinaria, ricca di entusiasmo, fiducia nella vita e profonda sensibilità. Perché per far sorridere un bambino malato in un letto d’ospedale un semplice spettacolo di giocoleria o di magia non può bastare…

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