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Al profano il misticismo ebraico appare una materia vasta come l’universo, inesauribile come la Biblioteca di Babele di Borges, insondabile come l’abisso che separa l’uomo dalla dimensione divina. È un concetto che ha tante definizioni quante gli autori che ne hanno scritto, e alla cui comprensione ci si avvicina per mezzo di simboli, che disegnano un labirinto di figure enigmatiche e immagini apocalittiche: comprenderle vuol dire uscire dall’ordinario e raggiungere uno stadio superiore, conquistando un sapere precluso alla maggior parte degli uomini.
Ha scritto Gershom Scholem che “la via mistica verso Dio è l’inverso della via per la quale procediamo da Dio. Chi conosce le tappe della via attraverso la quale si è realizzata la creazione, conosce con ciò anche le tappe del suo ritorno alle radici di tutto l’essere”.
Con Giulio Busi, direttore dell’Istituto di giudaistica della "Freie Universität" di Berlino, e con Eliezer Shai Di Martino, rabbino capo della comunità ebraica di Losanna.
Prima emissione 10 dicembre 2021
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