Valence, il Rodano tra nucleare e rinaturazione
di Antonio Ferretti , Roberto Antonini e Orazio Martinetti
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RSI Pedalando... 01.08.2015, 02:00
Audio diario di viaggio Antonini/Ferretti
Pedalando... 01.08.2015, 02:00
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Chi l’avrebbe detto che uscire da Lione é più facile in bicicletta che in automobile?
Eppure dal Vieux Lyon, quindi dal cuore antico della terza più grande città di Francia fino a Vienne, sulle sponde del Rodano, che ritroviamo dopo una trentina di chilometri, abbiamo attraversato senza problemi un agglomerato urbano di un milione di abitanti. Una pista ciclabile ben segnalata ci porta fuori città alla scoperta di villaggi come Venisseux o Chaponnay che ricordano sempre i martiri della prima guerra mondiale.
A Vienne incontriamo le prime tracce lasciate dai Romani scendendo verso Marsiglia: un imponente anfiteatro che poteva contenere fino a 13 mila spettatori e un tempio dedicato ad Augusto e Livia, che dà anche il nome ad una lunghissima e moderna nave da crociera che ogni giorno salpa sul Rodono.
Noi pedalando cerchiamo la Viarhona, l’itinerario ciclabile che dal Lemano ha l’ambizione di condurre in bicicletta su strade sicure fino alla foce del Rodano e quindi al Mediterraneo e ci imbattiamo quasi per caso nella cattedrale neogotica di Saint Maurice di Vienne ampiamente decorata sia all’interno che all’esterno. Decidiamo di rimanere all’esterno perché nella piazzetta antistante la cattedrale un ristorante propone tagliatelle al salmone, non un piatto tipico regionale, ma quello che ci vuole, cioè dei carboidrati, per arrivare fino a Valence. I 100 km rimanenti lungo il Rodano non sono un peso al cuore, l’avventura é l’avventura, ma senza benzina, zuccheri nei muscoli, non si va avanti.
Trovare la ViaRhona a Vienne non é difficile, basta attraversare il ponte sul Rodano e le prime indicazioni sono lì ad aspettarci e poi via spediti in un entusiasmante percorso immerso nel verde fino all’Ile du Beurre, un isolotto naturale tra il Rodano e un suo canale laterale dove, tra centrali idroelettriche e centrali nucleari, si cerca di ricreare le condizioni naturali del grande fiume.
Breve sosta per farci spiegare quali sono gli intenti di questo centro che vuole riportare il Grande Fiume e i suoi abitanti allo stato naturale.
Torniamo in sella e puntiamo su Valence attraversando più volte il Rodano su ponti molto arditi tra chiuse e centrali idroelettriche.
Valence ci accoglie dopo 120 km con un’atmosfera tranquilla e coinvolgente con il suo bellissimo Duomo di At. Apollnaire e un mélange perfetto fra arte e gastronomia.
Ci consigliano un ristorante niente male, e dal nome accattivante, l’Epicerie, ricavato in una dimora del XVI secolo con uno chef che propone ricette della tradizione locale.