Sembra uno scherzo ma non lo è: Jack Teixeira, 21 anni, militare del reparto intelligence della Massachusetts Air National Guard è stato arrestato sabato dall'FBI con l’accusa di spionaggio. È stato lui a rivelare, ad esempio, che la Serbia manda armi all'Ucraina, anche se pubblicamente afferma di non partecipare alla guerra; ha trovato conferma anche la presenza di truppe speciali occidentali sul campo (50 britannici, 17 lettoni, 15 francesi, 14 americani e un olandese). Confermate, inoltre, le intercettazioni nei confronti di alleati.
Dalle prime indagini giornalistiche traspare come questa “tegola” per il Governo statunitense non sia da ascrivere ad un tradimento a favore di un'altra nazione, per soldi, o per spirito pacifista, ma sia nata come una sorta di bravata fatta per impressionare gli amici di una chat privata. Resta il fatto che il giovane Teixeira, simpatizzante di estrema destra, antigovernativo e amante delle armi, aveva accesso a informazioni Top secret di alto livello. Il Pentagono (il Dipartimento della Difesa USA), visibilmente in imbarazzo da quanto è stato pubblicato, ha ammesso che sarebbero circa 10’000 le persone (militari, CIA, agenzie statali, ecc.) ad avere quel tipo di accesso.
Il presidente Biden ha cercato di minimizzare la portata delle rivelazioni, ma il danno è stato fatto e soprattutto è l’insieme del sistema che sembra traballante, tanto che a svelare l’identità della “talpa”, ben prima del suo arresto, sono stati i giornali Washington Post e New York Times.
Quali conclusioni si possono quindi trarre da questo ennesimo caso di fuga di documenti?
Ne parliamo con:
Federico Petroni, curatore dell’osservatorio sugli Stati Uniti della rivista Limes;
Peter Regli, ex capo dei servizi segreti svizzeri.
Modem su Rete Uno alle 8:30, in replica su Rete Due alle 18:30. Ci trovate anche sul Podcast e sulle app: RSINews e RSIPlay.
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