Di solito la seduta costitutiva del Gran Consiglio è una semplice questione formale e di protocollo. Non è stato così nella due giorni conclusasi mercoledì a Bellinzona. Oggetto della contesa: la ripartizione dei seggi nelle Commissioni, quei gruppi ristretti nei quali si preparano le proposte che verranno poi discusse in aula dal Plenum. Luogo di concertazione, di discussione, di lavoro "dietro le quinte" di non poca importanza. Dove una firma in più o in meno a un rapporto significa renderlo "di maggioranza" - e quindi discussso come prima opzione in aula - invece che "di minoranza"
La base di calcolo utilizzata dai Servizi del Gran Consiglio ha infatti penalizzato in modo particolare il Partito socialista, che ha perso un seggio in ogni commissione e che ha ritenuto che questo calcolo non fosse corretto e non rispettasse il principio di proporzionalità. Con la proposta di alcune varianti di calcolo a perdere un seggio avrebbero potuto essere Plr o Centro, ma alla fine i socialisti sono usciti sconfitti dal dibattito, con la maggioranza del parlamento che si è astenuta dal voto mantenendo quindi - de facto - la decisione dei Servizi del Gran Consiglio.
Cosa questo significhi per i lavori del Gran Consiglio nei prossimi quattro anni, per i rapporti fra i vari partiti e - soprattutto - se la questione può dirsi conclusa, sarà tema di discussione con:
Ivo Durisch Capogruppo PS in Gran Consiglio
Maurizio Agustoni Capogruppo Centro
Matteo Quadranti deputato PLR
Tamara Merlo Deputata Più Donne
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