Quei cinquecento larici che dovranno essere abbattuti…: continuano le polemiche e le contestazioni per la costruzione della nuova pista olimpica di bob di Cortina d’Ampezzo, definita dai contrari un “ecomostro” a causa del suo importante impatto ambientale ed economico che prevede appunto anche il taglio di molti alberi secolari. Il CIO avrebbe dovuto obbligare gli organizzatori a spostarsi sulla pista già esistente di St. Moritz? Secondo voi le Olimpiadi invernali andrebbero fatte sempre nelle stesse località in grado di poter “sostenere” da tutti i punti di vista simili giganteschi eventi, senza dover realizzare delle infrastrutture utilizzate soltanto in un’unica occasione, per una singola manifestazione e soprattutto non attrattive sul piano turistico? La Svizzera sarebbe in grado di ospitare dei Giochi olimpici invernali o un investimento di questo tipo si rivelerebbe un’inutile enorme spesa con pesanti conseguenze per il territorio e per il paesaggio? Dite la vostra oggi con le vostre voci, in diretta telefonica, allo 0848 03 08 08; oppure scriveteci via Wathsapp allo 076 321 11 13. Ricordiamo che la nuova pista da bob, da 81 milioni di euro, verrà costruita su parte del tracciato di quella vecchia. Una pista storica, quella delle olimpiadi invernali del 1956, quando proprio la Svizzera vinse la gara del bob a 4. Ma anche la nuova opera ha ormai una lunga storia. Il tandem Milano - Cortina si aggiudicò i giochi nel 2019: tanta la festa, tante le opere da costruire, ma con alcuni intoppi. Al primo e anche al secondo bando di gara per la pista da bob non si è infatti presentata nessuna impresa. Ritardi su ritardi, tanto che lo scorso ottobre il presidente del Comitato olimpico nazionale dichiarò che la pista non sarebbe stata fatta, che andava cercata una soluzione all’estero. Si guardava appunto alla Svizzera ma anche all’Austria. Per l’Italia sarebbe stato uno smacco e così è entrata in campo la politica, facendo pressioni con un nuovo progetto che è stato approvato al fotofinish. E i lavori sono pronti per iniziare. “Questo è a livello planetario uno dei più grandi eventi sportivi che esistano. E noi abbiamo la fortuna di poterlo ospitare sul nostro territorio”, ha osservato il presidente della provincia di Belluno Roberto Padrin, intervistato ieri sera al nostro TG. “È chiaro che qui purtroppo si è perso tanto tempo, molte opere non saranno pronte per la data delle Olimpiadi”, ha riconosciuto, sottolineando però che “queste sono già state messe a terra, già finanziate”. E questo “per un futuro anche post-olimpico è importante”. Circa i tempi, il Comitato olimpico internazionale vigila con attenzione: ogni 6 mesi effettua una verifica e la pista dovrà essere pronta fra un anno, il 15 marzo del 2025, per i test di omologazione. Pochissimo tempo, insomma. Per questo l’ipotesi che le gare si tengano in Svizzera o in Austria non è ancora esclusa. A Cortina, ovviamente, sia la pista di bob sia le olimpiadi sono sulla bocca di tutti. E dividono gli animi: il cronometro è partito, il tempo per finire i lavori entro il termine fissato è poco. Ma ormai non si può tornare indietro.
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