Siete solidali con le proteste dei contadini oramai giunte anche in Svizzera, Ticino compreso? Siete d’accordo con i metodi utilizzati dagli agricoltori che in diversi Paesi europei hanno manifestato, in maniera spesso plateale sulle strade e con toni piuttosto minacciosi, per avere maggiori sostegni, aiuti e tutele? Dopo i trattori scesi in piazza a Ginevra e a Basilea, la protesta è ormai giunta anche da noi, seppur con toni più “pacifici”. In alcune zone delle alte valli ticinesi sono stati girati alcuni cartelli che segnalano l’inizio di un paese, come già visto nelle scorse settimane un po’ ovunque a Nord delle Alpi e in particolare in Romandia. In Ticino l’azione è stata per ora osservata a Cerentino, a Bosco Gurin e a Nante. Negli scorsi giorni l’Unione svizzera dei contadini, che sostiene le rivendicazioni dei contadini, ha lanciato una petizione rivolta alla politica e ai partner commerciali, per chiedere in sintesi tre cose: il riconoscimento degli sforzi del settore per diventare più ecosostenibile; nessun programma di risparmio; e dei prezzi adeguati per i prodotti agricoli dei produttori. Del mondo agricolo in subbuglio, della filiera di produzione, del reddito dei contadini e dei rapporti fra ambito politico e settore rurale parliamo oggi con le vostre voci, in diretta telefonica, allo 0848 03 08 08; oppure scriveteci via Wathsapp allo 076 321 11 13.
È ospite:
Sem Genini, segretario agricolo dell’Unione Contadini Ticinesi
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