Che cosa significa, oggi, abitare un corpo? Come viviamo le sue trasformazioni, i suoi dolori, le sue alterazioni? Dove si trova il confine tra ciò che siamo e ciò che gli altri vedono in noi? Tra la nostra identità e le immagini, le aspettative, i ruoli che la società proietta sui nostri corpi?
Sono queste le domande che animano la sesta edizione di Sconfinare Festival, in corso dal 9 al 12 ottobre a Bellinzona, nella suggestiva tensostruttura in Piazza del Sole. La manifestazione, promossa dalla Città di Bellinzona, si conferma come uno spazio di dialogo e riflessione sui temi della corporeità, dell’identità e della rappresentazione. Un laboratorio culturale dove il corpo non è solo oggetto di analisi, ma soggetto attivo, luogo di incontro e di frontiera.
Tra gli ospiti di spicco figura Porpora Marcasciano, attivista, sociologa e scrittrice, storica voce del movimento LGBTQIA+ italiano. Fondatrice del MIT (Movimento Identità Trans), è stata riconosciuta dall’ONU come una delle sette principali attiviste trans nel mondo e candidata al Premio Nobel per la Pace nel 2025. Nella sua conferenza Genere, culture e politica: dall’esperienza personale a una riflessione collettiva, Marcasciano invita a ripensare il corpo come costrutto politico e culturale: «Il corpo si adatta a quelle che sono le culture, i contesti storici e culturali». Non più entità naturale, ma prodotto sociale, il corpo diventa campo di battaglia per diritti, riconoscimento e potere.
«C’è un significato e un senso nel corpo delle persone» afferma Marcasciano, intervistata da Mattia Pelli in Alphaville. E introduce quella che definisce “ermeneutica del corpo”: un modo di leggere il corpo come testo, come narrazione imposta o rivendicata. Porta esempi concreti: «Il controllo sociale e politico del corpo delle donne […] il corpo trans che è stato di volta in volta vietato, censurato, escluso dalla storia, oggetto della medicina, della psichiatria, anche della criminologia». La sua riflessione più potente arriva con una frase che rovescia la prospettiva: «Non siamo nati in un corpo sbagliato, ma in un mondo sbagliato».
Il corpo degli altri
Alphaville 07.10.2025, 11:05
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Accanto a lei, un altro protagonista del festival è Antonio Franchini, scrittore ed editor italiano, che interverrà con l’incontro Il corpo della scrittura, la scrittura del corpo. Franchini (intervistato da Mattia Pelli in Alphaville) ha sempre affiancato la pratica letteraria a quella fisica, in particolare negli sport da combattimento. «Ho sempre pensato che si conosce con il corpo allo stesso modo in cui si conosce attraverso la mente», afferma, sottolineando come la consapevolezza corporea sia parte integrante della cultura umana.
Un corpo letterario
Alphaville 08.10.2025, 11:05
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Per Franchini, il corpo è veicolo di conoscenza e di espressione: «Le discipline del corpo hanno espresso nel corso dei secoli cultura. C’è cultura nel modo di muovere il corpo nella lotta, nel combattimento, nella corsa, nella ginnastica». Cita autori come Mishima e Pasolini, che hanno fatto della fisicità parte della loro poetica, e riflette sul suo ultimo libro Il fuoco che porti dentro, dedicato alla madre: «Questa vita è completamente detta attraverso il corpo di questa donna».
Sconfinare Festival si conferma così come uno spazio dove il corpo non è solo vissuto, ma interrogato. Un luogo dove le differenze non sono negate, ma esplorate. Dove il corpo diventa ponte, linguaggio, resistenza. E dove, per qualche giorno, Bellinzona si trasforma in una capitale del pensiero incarnato.