Chi conta nell’industria dell’armamento svizzera si è riunito la settimana scorsa nella caserma di Berna per conferenze, discussioni e un aperitivo per creare contatti. Dirigenti di aziende come Ruag o Rheinmetall hanno risposto all’invito dell’Ufficio federale dell’armamento (armasuisse) per l’orientamento annuale dell’industria, così come responsabili di aziende più piccole e discrete. Tra di loro c’era l’addetto militare della Cina a Berna, che si presume sia membro dei servizi segreti militari.
Un incontro delicato a Berna (HeuteMorgen, SRF, 11.11.2025)
Secondo il Servizio delle attività informative della Confederazione (SIC), le principali minacce di spionaggio provengono da Russia e Cina. Nel mirino, in particolare, persone con accesso privilegiato a settori sensibili, come i rappresentanti dell’industria bellica.
Di conseguenza, l’invito è visto in modo critico dallo storico Adrian Hänni, che all’Istituto di storia contemporanea di Monaco studia i servizi segreti: “Per un addetto militare cinese è un evento molto interessante. Così può farsi un’idea delle personalità più interessanti, per instaurare una relazione e magari tentare in seguito un reclutamento”. In teoria, l’addetto avrebbe anche potuto cercare di spiare i cellulari e i laptop dei partecipanti con dispositivi tecnici. Tuttavia, ammette Hänni, questo sarebbe stato probabilmente troppo rischioso.
Anche Ralph Weber, professore all’Istituto europeo dell’Università di Basilea e profondo conoscitore dell’apparato di potere cinese, vede dei rischi: “Conferenze come questa possono essere ideali per identificare potenziali obiettivi di spionaggio”. La Cina impiega molte persone in attività di intelligence, ad esempio personale delle ambasciate. Il SIC mette in guardia da questo pericolo. “Perciò bisogna essere molto prudenti nei rapporti con tali figure”.
“Rischio di spionaggio limitato”
Il direttore di armasuisse, Urs Loher, è più tranquillo: “Riteniamo che il rischio di spionaggio sia limitato. Il convegno era pubblico e non sono state divulgate informazioni riservate”. Nei colloqui bilaterali, i rappresentanti dell’industria erano liberi di decidere cosa dire e cosa no. Tuttavia la presenza cinese avrebbe suscitato discussioni anche all’interno del Dipartimento della difesa (DDPS).
Quest’anno era la prima volta in assoluto che militari stranieri erano invitati alla conferenza annuale dell’industria degli armamenti svizzera. Questo perché un addetto occidentale aveva chiesto di partecipare. Di conseguenza, il DDPS ha invitato tutti gli addetti militari, con l’eccezione del rappresentante russo. Oltre alla Cina, hanno partecipato solo Corea del Sud, Germania e Austria.
Cosa fanno gli addetti militari?
Gli addetti militari o alla difesa sono i rappresentanti dei rispettivi Stati in materia di politica di sicurezza. In qualità di ufficiali con funzione diplomatica per i rispettivi ministeri della difesa e forze armate, si occupano di questioni bilaterali e riferiscono sugli sviluppi militari e sulla situazione della sicurezza nel Paese ospitante. Sono membri delle relative ambasciate.
In Svizzera sono accreditati oltre 40 addetti militari. Circa un quarto di essi risiede, secondo il DDPS, in Svizzera, mentre gli altri sono di stanza negli Stati confinanti e coprono più Paesi. Il DDPS offre agli addetti residenti l’accesso a eventi informativi, visite alle truppe, contatti e informazioni.
Loher intende invitare gli addetti militari anche il prossimo anno. L’obiettivo era anche mostrare ai rappresentanti stranieri che la Svizzera sta valutando un allentamento delle regole sull’esportazione di materiale bellico.
Adrian Hänni, il ricercatore esperto di servizi segreti, comprende l’invito dal punto di vista diplomatico. “D’altra parte, la presenza dell’addetto militare cinese è molto delicata dal punto di vista della controspionaggio e ci sarebbero buone ragioni per non invitarlo più”.

Esercito svizzero impreparato
Telegiornale 15.10.2025, 20:00









