Film e società

Un documentario riapre il capitolo dell’emigrazione italiana in Svizzera

“La prodigiosa trasformazione della classe operaia in stranieri” di Samir Jamal al Din parla di esclusione, silenzi e diritti negati

  • 2 ore fa
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Scatto dal documentario “La prodigiosa trasformazione della classe operaia in stranieri”

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Di: Alphaville/gapo  

C’è una storia che la Svizzera ha a lungo evitato di raccontare. Una storia fatta di partenze, sacrifici, silenzi e ferite ancora aperte. È quella della migrazione italiana – e non solo – verso la Confederazione, dal secondo dopoguerra a oggi. A riportarla alla luce è il regista Samir Jamal al Din con il suo documentario La prodigiosa trasformazione della classe operaia in stranieri, presentato al Film Festival dei Diritti Umani di Lugano e in onda su RSI LA 1 il 27 ottobre.

Il film intreccia testimonianze personali e collettive, materiali d’archivio e riflessioni politiche, per raccontare come la crescita economica svizzera sia stata accompagnata – e in parte resa possibile – da un sistema migratorio che ha spesso negato diritti fondamentali a chi arrivava per lavorare. Samir, nato a Baghdad e cresciuto a Zurigo, racconta ad Alphaville che il film nasce direttamente dalla sua esperienza personale: «Parlavo perfettamente lo svizzero tedesco, ma frequentando amici italiani tutti pensavano che fossi uno di loro». Un momento chiave nella sua formazione fu la visione, da ragazzo, di uno striscione durante una manifestazione del 1971: «”Vogliamo i diritti umani anche per noi. Lì ho capito che esisteva un razzismo istituzionalizzato, utile all’economia, ma capace di creare una frattura tra ‘noi svizzeri’ e ‘gli altri’».

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Immagine dal documentario “La prodigiosa trasformazione della classe operaia in stranieri”

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Nel secondo dopoguerra, la Svizzera fu protagonista di una rapida espansione economica che richiedeva molta manodopera. Per rispondere a questa esigenza, furono stipulati accordi bilaterali, come quello con l’Italia del 1948, che regolavano l’ingresso dei lavoratori stranieri. Tuttavia, sottolinea la sociologa Morena La Barba, docente all’Università di Ginevra: «in un Paese dalla fragile identità nazionale, l’arrivo massiccio di lavoratori stranieri generò paure profonde. La cosiddetta ‘paura del forestiero’ divenne lo slogan dei movimenti xenofobi». Tali movimenti trovarono espressione politica nella votazione Schwarzenbach del 1970, volta a limitare la presenza straniera sul territorio.

Il documentario dà voce a ex operai, attivisti, sindacalisti, ma anche a chi ha scelto il silenzio. Samir racconta che molti non se la sono sentita di rivivere «una storia amara», e ciò che lo ha colpito di più è stato scoprire che spesso nemmeno in famiglia «si è mai parlato di quei tempi». Uno dei capitoli più dolorosi di questa storia sono i “bambini armadio”: figli degli stagionali costretti a vivere nascosti, privi del diritto al ricongiungimento familiare. Questi bambini «vivevano in clandestinità», spiega La Barba, «solo dagli anni ’80 si è cominciato a studiare seriamente questa ferita».

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Immagine dal documentario “La prodigiosa trasformazione della classe operaia in stranieri”

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Nel film compare anche una figura simbolica: Alvaro Bizzarri, operaio e regista, autore del documentario Lo stagionale (1971), che denunciava le condizioni di vita degli italiani in Svizzera. «È stato il mio idolo», confessa Samir, «vedere un operaio cominciare a fare film mi ha fatto capire che anche io potevo farlo, dato che non ho mai fatto l’università».

Il documentario alterna voci di operai e attivisti, restituendo un ritratto complesso e umano di quella classe operaia. Il film si chiude con uno sguardo al presente, mettendo in parallelo la migrazione italiana di ieri con quella contemporanea dall’Africa e dall’Asia. «La storia svizzera è una storia di dolore, ma anche di successo», conclude Samir. Un passato che ci invita a riflettere su come accogliamo oggi chi arriva da lontano. Perché la storia si ripete, e quando le ferite non vengono riconosciute, rischiano di stratificarsi.

22:44

Lavoratori migranti e diritti civili

Alphaville 14.10.2025, 12:05

  • © Ti-Press / Elia Bianchi
  • Natascha Fioretti
Alphaville

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