Arte

Valérie Favre, confirmer l’invisible

Prima esposizione personale in Ticino dell’artista neocastellana Valérie Favre, insignita del Premio Meret Oppenheim 2024. Alla Fondazione Epper di Ascona

  • Oggi, 11:30
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Valérie Favre, La deuxième Daphné, olio su tela, 2015

  • Peter Kilchman Gallery
Di: Red 
La pittura è un mezzo che non si dilunga a parole. Se si vuole dire qualcosa penso che la scrittura o il cinema siano medium migliori. Raccontare usando la pittura è un po’ come Penelope che fa e disfa la sua tela ogni notte. È quasi una missione impossibile. La pittura non parla, è una serie di strati e di elementi grafici messi su una superficie.

Valérie Favre, intrevistata da Julian Michaels per neo

La Fondazione Epper di Ascona ha inaugurato la nuova stagione espositiva con una mostra che riporta in primo piano uno dei grandi temi cari ai coniugi Epper: il complesso intreccio di relazioni tra arte e psicanalisi.
Dal titolo Valérie Favre - Confirmer l’invisible la mostra presenta disegni, note e progetti su carta eseguiti tra il 1990 e il 2025 dall’artista neocastellana e rappresenta una prima tappa espositiva di una serie di tre, tappe successive sono previste dall’8 giugno al 12 luglio e dal 31 agosto al 18 ottobre.

Recentemente insignita del premio Meret Oppenheim, Valérie Favre (nata nel 1959 a Evilard, nel canton Berna) vive principalmente a Berlino dove da una ventina d’anni ricopre la cattedra di pittura presso UdK - Universität der Künste. L’opera della Favre è molto nota in Europa e in modo particolare in Svizzera, Francia e in Germania dove le sono state dedicate importanti mostre.

Valérie Favre è un’artista autodidatta. Lei deve recuperare un rapporto con il medium, che è la pittura nel suo caso, e lo fa attraverso passando attraverso tutta una serie di fasi incredibili. Per cui ha fatto del teatro, del teatro sperimentale, del cinema. Poi è passata all’arte, ma è passata attraverso alle installazioni video. Finché, dopo quasi vent’anni, arriva alla pittura.

Noah Stolz, curatore dell’esposizione

Noah Stolz, intervistato da neo, ha concepito una mostra articolata in tre movimenti con il duplice scopo di lasciar affiorare la complessa struttura micelica immanente che caratterizza l’opera di Valérie Favre. In questo modo lascia che abbiano libero sfogo una serie di figure simboliche e temi cari all’artista. Temi che testimoniano un suo ricorrente interesse verso la sfera dell’inconscio.

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Valérie Favre, Confirmer l’invisible - Fondazione Epper Ascona

Il primo movimento è incentrato sul rapporto tra uomo e natura e sul proliferare nell’opera della Favre di una serie di figure archetipe che caratterizzano questo rapporto a volte simbiotico, altre volte erotico e dominato dal continuo e violento mutare delle forme. Il secondo movimento prende in esame l’idea dell’impulso mercuriale dominato dai numeri e dalla matematica, che spinge a raccogliere, a possedere e a organizzare e che per compensazione attrae la formazione di forze tra loro antitetiche come il vacuum e il caos. Nel terzo movimento vengono analizzare le strategie narrative presenti nei collage di Valérie Favre e nelle opere che omaggiano il mondo delle favole, o mettono in prospettiva la dimensione onirica dando luogo a una modalità narrativa non lineare ma, piuttosto, simultanea.

Quando trovo un tema molto forte lo sviluppo su più quadri. In questo modo non vivo quel problema tipico di tanti artisti, quello del: “è finito o no?”. No, i miei quadri continuano, non finiscono perché decido io che sono finiti. È come una collana di perle. Si aggiunge una perla dopo l’altra e alla fine si ha una collana. Questo è il mio modo di esplorare un tema. Non finirlo, ma arricchirlo di nuove perle nell’arco di molte opere.

Valérie Favre

04:00

Valérie Favre- Confirmer l’invisible

RSI Cultura 26.04.2025, 19:00

  • Julian Michaels, Paride Dedini - neo

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