cinema horror

Non ci sono più i mostri di una volta (quelli della Universal)

Frankenstein, Dracula, l’Uomo Lupo, la Mummia, l’Uomo Invisibile: hanno cambiato Hollywood e il nostro immaginario, influenzando un secolo di cinema, fino alla Marvel

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La moglie di Frankenstein, 1935

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Di: Michele R. Serra 

Qual è il film più importante della storia del cinema americano? La domanda, ovviamente, è senza senso. E altrettanto ovviamente, in molti hanno provato a rispondere, compilando liste infinite. Scorrendole, alcuni titoli sembrano tornare, ineluttabili: Quarto potere, Il padrino, La donna che visse due volte, Via col vento… Film molti diversi tra loro, e tutti quanti meravigliosi, per carità. Ma.

Se invece di quella di Humphrey Bogart che entra come una furia nella stanza mentre Sam sta suonando As time goes by. Se invece di quella, o di altre. Se la faccia più importante della storia del cinema americano fosse invece quella di Boris Karloff, sepolta sotto più di un chilo tra maschera e trucco, nell’anno di grazia 1931?

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Boris Karloff truccato da Jack Pierce, 1931

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Eh sì, perché il Frankenstein diretto da James Whale nel pieno della grande depressione, è stato snodo fondamentale in quella storia, insieme ai suoi fratelli: Dracula, Frankenstein, La mummia, L’uomo invisibile, L’uomo lupo. Gli Universal Monsters nel breve spazio di neanche un lustro hanno cambiato il cinema, e salvato Hollywood. Cosa che poi, a dire il vero, l’horror fa più o meno sempre, ancora oggi: se c’è uno studio in difficoltà, la migliore medicina è sempre quella di trovare un bel successo horror. Non è l’unico motivo, per cui quella Universal Pictures è stata fondamentale, e ha buttato nella terra hollywoodiana semi che fruttificano ancora oggi.

Per dirne uno, gli Universal City Studios sono stati il primo vero gigante, tra gli studios hollywoodiani: quasi un chilometro quadrato di terreno comprato dal fondatore Carl Laemmle nel 1915. Dietro i cancelli di quegli studi, la Universal produceva, finanziava e distribuiva i suoi film originali: in pratica, aveva messo in piedi il sistema che sarebbe diventato, semplicemente, quello del cinema americano.

I primi anni della Universal furono pieni di successi, anche grazie a un produttore giovanissimo che aveva cominciato come segretario di Laemmle, e che oggi è ricordato come uno dei demiurghi di Hollywood: Irving Thalberg. Quando nel 1924 Thalberg andò a lavorare per i concorrenti della MGM, la Universal cominciò a funzionare meno bene, tanto che si può dire che la sopravvivenza aziendale poggiasse quasi interamente sui cartoni animati di Oswald il coniglio, creato da due talentuosi ventenni, Ub Iwerks e Walt Disney. La Universal scippò ai due i diritti d’autore sul personaggio, e quelli si misero in proprio, creando alcuni personaggi che avrebbero avuto un certo successo negli anni a venire. Tipo, Topolino.

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Carl Laemmle Jr. nel suo ufficio alla Universal, 1929

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Ma questa, in effetti, è un’altra storia. Tornando alla Universal, ecco che alla fine degli anni Venti Carl Laemmle mise suo figlio Carl Junior a capo della produzione. E quello, sorpresa, non si dimostrò solo un figlio di papà viziato: prima convinse il padre a produrre l’adattamento di Niente di nuovo sul fronte occidentale di Erich Maria Remarque, che con il titolo di All’ovest niente di nuovo vinse l’Oscar al miglior film nel 1930. E poi decise che sarebbe stata una buona idea investire su alcuni film horror sonori (quella del sonoro era ancora una relativa novità) ispirati a fonti letterarie celeberrime. Così, nel 1931, Bela Lugosi e Boris Karloff sarebbero diventati i primi Universal Monsters.

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Al cinema col mostro

Charlot 26.10.2025, 14:35

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  • Barbara Camplani

I mostri della Universal fecero risorgere gli studios della famiglia Laemmle, e diedero forma alla mappa hollywoodiana degli anni successivi: la MGM aveva le star, la Paramount gli autori europei, la Universal i mostri. E anche se dopo quei famosi primi cinque anni, la qualità della proposta scese, per usare un eufemismo, i mostri della Universal rivoluzionarono ancora Hollywood, semplicemente incontrandosi.

Negli anni Quaranta, Frankenstein contro l’Uomo Lupo darà inizio a una serie di incroci che lasceranno qualche ideuzza al cinema degli 80 anni successivi. Se qualcuno parla di Marvel Cinematic Universe come di roba originale, forse ha dimenticato la faccia quadrata di Frankenstein. Che poi è il vero volto di un secolo di cinema americano.

L’invasione dei mostri

Cinque invenzioni letterarie, divenute archetipi dell’immaginario orrorifico

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    • Luca Crovi

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