Oltretevere

Conclave, incertezza sui nomi ma non sulla sfida delle riforme

Se il nome del successore di Francesco è ancora un rebus, non così il suo ritratto ideale: «Si è delineato il profilo di un Papa pastore, maestro di umanità, capace di incarnare il volto di una Chiesa samaritana, vicina ai bisogni e alle ferite dell’umanità»

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La stufa della fumata all'interno della Cappella Sistina

  • Keystone
Di: Paolo Rodari 

Il conclave che si apre oggi, mercoledì 7 maggio 2025, è incerto sui nomi ma non sui temi. Nelle congregazioni generali appena conclusasi c’è grande indecisione sul nome che meglio può prendere in mano le redini della Chiesa ma non sul fatto che il suo compito è uno, la consapevolezza che molte delle riforme promosse da Papa Francesco hanno necessità di essere portate avanti: la lotta agli abusi, la trasparenza economica, la riorganizzazione della Curia, la sinodalità, l’impegno per la pace e la cura del creato. «La responsabilità della Chiesa in questi ambiti è sentita in modo profondo e condiviso», ha comunicato ieri la Santa Sede in un comunicato che segna ancora una svolta rispetto ai conclavi passati. Questa volta i temi trattati nel pre-conclave sono enucleati in modo del tutto trasparente. Nulla di quanto i porporati discutono è tenuto nascosto.

Se il nome del successore di Francesco è ancora un rebus, non così il suo profilo ideale: «Si è delineato il profilo di un Papa pastore – ha detto la Santa Sede –, maestro di umanità, capace di incarnare il volto di una Chiesa samaritana, vicina ai bisogni e alle ferite dell’umanità. In tempi segnati da guerre, violenze e forti polarizzazioni, si avverte con forza il bisogno di una guida spirituale che offra misericordia, sinodalità e speranza».

E quindi ecco le riforme, già avviate da Francesco, che non potranno essere eluse: la lotta agli abusi, la trasparenza economica, la riorganizzazione della Curia, la sinodalità, l’impegno per la pace e la cura del creato.

Lotta agli abusi: tolleranza zero, ma con verità e giustizia

L’emergenza degli abusi sessuali all’interno del clero è forse la ferita più dolorosa che ha segnato la Chiesa negli ultimi decenni. Il nuovo Papa dovrà rafforzare con decisione la linea della “tolleranza zero”, portando avanti con fermezza la prevenzione, la formazione, la vigilanza e l’accompagnamento delle vittime. Ma dovrà anche assicurare che la giustizia venga amministrata in modo trasparente e imparziale, affrontando le resistenze ancora presenti in alcune strutture ecclesiastiche.

Trasparenza economica: per una Chiesa povera per i poveri

Il denaro e la gestione delle risorse continuano a essere un terreno minato per il Vaticano. Negli ultimi anni sono stati compiuti passi importanti, ma permangono opacità e scandali che minano la credibilità della Santa Sede. Il nuovo Papa sarà chiamato a proseguire sulla strada della trasparenza e dell’efficienza, rafforzando i controlli, affidando la gestione economica a laici competenti e rendendo conto in modo chiaro delle finanze della Chiesa.

Riorganizzazione della Curia: meno burocrazia, più missione

La riforma della Curia romana, avviata con la costituzione apostolica Praedicate Evangelium, è ancora in fase di attuazione. Il nuovo Pontefice dovrà completare questo processo, puntando a una struttura più snella, più collegiale e meno autoreferenziale. Una Curia che sia davvero al servizio del Papa e della missione evangelizzatrice della Chiesa, non un centro di potere interno.

Sinodalità: camminare insieme come Popolo di Dio

Il cammino sinodale avviato sotto il pontificato precedente ha segnato una svolta nel modo di intendere il governo della Chiesa: ascolto, partecipazione e corresponsabilità sono le parole chiave. Ma la sinodalità richiede un cambiamento culturale profondo. Il nuovo Papa dovrà sostenere con coraggio questa trasformazione, senza paura di aprire spazi reali di dialogo, anche su temi delicati, valorizzando il ruolo dei laici, delle donne e delle periferie.

Impegno per la pace: voce profetica nel mondo

In un’epoca segnata da guerre, disuguaglianze e instabilità geopolitiche, il Papa non può essere solo una guida spirituale, ma deve continuare a essere una voce profetica per la pace. La diplomazia vaticana può giocare un ruolo unico nel favorire il dialogo tra i popoli, e il nuovo Pontefice sarà chiamato a rafforzare questo impegno, anche assumendo posizioni scomode contro ogni forma di violenza e oppressione.

Cura del creato: ecologia integrale come via di salvezza

Infine, il grido della terra e dei poveri – al centro dell’enciclica Laudato si’ – continuerà a risuonare nel pontificato che si apre. La crisi climatica, la perdita della biodiversità e l’ingiustizia ambientale sono questioni morali prima ancora che politiche. Il nuovo Papa dovrà rilanciare con forza l’appello a un’ecologia integrale, promuovendo un cambiamento di stili di vita e di modello economico, in dialogo con la scienza e con tutti gli uomini di buona volontà.

Il pontificato che si apre sarà segnato da grandi aspettative, ma anche da ostacoli interni ed esterni. Sarà un tempo in cui il Papa dovrà essere insieme pastore, riformatore e testimone del Vangelo in un mondo che cambia. La direzione è tracciata: restare fedeli alla tradizione, ma senza paura di cambiare per servire meglio l’umanità.

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