Letteratura

Che libri regalare ai dodicenni? Chiedete a Harper Lee

Un racconto di vita natalizia, con morale: non dobbiamo chiederci cosa cerchino i ragazzi nella letteratura, ma chi

  • Oggi, 10:00
Gregory Peck e Brock Peters in "Il buio oltre la siepe", 1962

Gregory Peck e Brock Peters in "Il buio oltre la siepe", 1962

  • IMAGO / Everett Collection
Di: Alessio von Flüe 

Ho un rapporto ambivalente con i regali di Natale. Da una parte mi piace l’idea di prendermi del tempo per pensare alle persone a cui voglio bene, e dimostrarglielo. Dall’altra, quando arriva quel momento dell’anno, la scelta dei regali si trasforma in una subdola tortura psicologica.
Il grosso problema – non credo di essere l’unico in questo – non è tanto trovare il pensierino per le persone con le quali condivido la maggior parte del mio tempo. Quella è una missione piuttosto facile. Le cose si complicano quando bisogna capire cosa comprare alle persone che conosci un po’ meno, senza che il regalo dica a chiare lettere “non so niente di te, ho tirato a indovinare quali potessero essere i tuoi gusti”.

Da persone adulte abbiamo trovato tutta una serie di astuzie per evitarci questo imbarazzo. Ci sono dei regali passe-partout diventati ormai classici intramontabili, che ci permettono di nascondere le nostre lacune in una maniera socialmente accettabile. Non li citerò, credo che a tutti sia venuto in mente almeno uno di questi regali. Quando però entrano in scena i bambini, le cose si complicano parecchio.

Arriviamo al caso concreto: quest’anno la mia missione più ardua era trovare un regalo per una dodicenne figlia di amici. Siccome non ho figli e la mia conoscenza del mondo dei dodicenni è prossima allo zero, le possibilità di successo erano basse. Pensare a cosa potesse piacere a me a quell’età non aiutava, stavo in fissa con la Messa di requiem in Re minore K 626 di Mozart in quel periodo della mia vita. No, non studiavo musica classica. No, non avevo particolari motivi religiosi a supportare l’ossessione. Sì, poi è passata: è uscito Final Fantasy X.

Per non rischiare di farle un regalo che avrebbe messo entrambi in imbarazzo, ho deciso di chiedere l’aiuto del pubblico. Il pubblico in questo caso erano i suoi genitori. Ne è uscito fuori che la ragazza è un’avida lettrice – con un libro non potevo sbagliare. Ho provato a chiedere se ci fosse un genere preferito, mi hanno risposto che non le piacciono le storie d’amore e che ha una predilezione per i classici. Nella testa mi risuonavano le note del Dies irae, vai a sapere il perché.

Avrei quasi preferito avesse dei gusti standard: sarei potuto andare in libreria e dire «consigliatemi un libro per una dodicenne». E invece la situazione era più complessa: dovevo trovare un classico che potesse appassionarla, che le comunicasse qualcosa. Per fortuna il fato ha messo sulla mia strada la storia, che per caso mi ha raccontato la mia compagna, di un padre che di recente ha consigliato alla figlia di undici anni la lettura di Il buio oltre la siepe di Harper Lee.

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Harper Lee

Harper Lee: un'autrice da Pulitzer

Attualità culturale 20.02.2016, 15:35

  • Imago

Sapevo che negli Stati Uniti l’opera è proposta nelle scuole. A più di sessant’anni dalla sua pubblicazione è ancora un’opera fondamentale per trattare il tema del razzismo sistemico e le sue radici nella società statunitense. Tema complesso, che – complice probabilmente l’averlo letto in età adulta – credevo necessitasse di un accompagnamento per i lettori anagraficamente più piccoli. In parte credevo, ma questo per esperienze scolastiche infelici, che fosse uno di quei libri che ti propinano a scuola facendoteli detestare, e che poi rileggi e rivaluti da adulto. Quindi ero stupito nel sapere che la ragazza di undici anni non solo non aveva trovato noioso Il buio oltre la siepe – l’aveva adorato.
Il motivo è talmente semplice da farmi sentire stupido per non averlo capito da solo: il personaggio principale nonché io narrante del romanzo, Jean “Scout” Louise Finch, ha pressappoco la stessa età della ragazza. La possibilità di immedesimazione è un meccanismo potente per qualsiasi lettore, forse a maggior ragione quando stai muovendo i primi passi in letteratura.

Ho capito che mi stavo ponendo la domanda dal punto di vista sbagliato: mi chiedevo cosa fosse interessante per un pubblico preadolescente e adolescente, quando la vera discriminate non era cosa ma chi. Forse ad alcuni sembrerà banale, ma per me è stata una folgorazione.
Certo, il padre in questione, conoscendo Il buio oltre la siepe, era pronto ad accompagnare la figlia nel caso di dubbi o ad approfondire il discorso sui punti magari più ostici e sensibili dell’opera, come il processo con accusa di violenza sessuale a Tom Robinson, ma per il resto a introdurla nel mondo narrativo ci sarebbe stata la voce di Scout. Una pari, una ragazza della stessa età.

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Il buio oltre la siepe di Robert Mulligan

La corrispondenza 06.05.2020, 09:05

  • IMAGO / Everett Collection

La letteratura offre innumerevoli spunti attraverso gli occhi di persone di ogni età. E forse in uno dei miei tentativi di semplificare la realtà per pigrizia lo stavo dimenticando, valutando le opere con protagonisti dei ragazzi come tematicamente meno profonde o destinate a un pubblico diverso.

Eppure, anche io ho affrontato temi come la reazione a un lutto e la neurodiversità attraverso opere come Molto forte, incredibilmente vicino di Jonathan Safran Foer. Mi sono posto delle domande importanti sul male, chiedendomi se fosse intrinseco e innato nell’uomo con Il signore delle mosche di William Golding. Ho assaporato la volontà di libertà e autonomia con Il barone rampante di Italo Calvino e mi sono perso nei giochi logici e nelle assurdità di Alice nel paese delle meraviglie e Attraverso lo specchio e quel che Alice vi trovò di Lewis Carrol. E queste sono solo alcune delle centinaia di opere che trattano temi complessi attraverso gli occhi di ragazze e ragazzi.

A essere sbagliata, o almeno un po’ superficiale, era la domanda di fondo che mi ponevo, ovvero: “cosa cerca una dodicenne nella letteratura?”. Perché la verità è che cerca quello che cerchiamo un po’ tutti: un attimo in cui immergersi nelle vicissitudini di qualcuno che sente vicino e diverso allo stesso tempo, e che la portino a guardare le cose da una prospettiva diversa. E il nostro compito è solo essere lì nel caso in cui all’interno di quel viaggio emergessero dubbi, o anche solo se volesse condividere quello che ha scoperto.

Quanto a me, ho deciso di regalarle un’opera che spero la possa accompagnare in un bel viaggio tra grandi questioni filosofiche e metanarrativa. Un viaggio che anche io ho fatto una ventina di anni fa (dopo la fase Requiem di Mozart e Final Fantasy X) accompagnato dalla penna di Jostein Gaarder per scoprire Il mondo di Sofia.

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