Quando si dice: le vie della diplomazia. Quelle percorse da Ahmet Ertegün, al seguito del padre, ambasciatore di Turchia negli USA, lo porteranno a diventare uno dei più influenti personaggi della discografia di tutti i tempi. Evidentemente, gli incroci fra Anatolia e mondo anglosassone artisticamente parlando producono ottime cose, pensando anche alla biografia di Joe Strummer. Ma non divaghiamo.
Figlio di ottima e facoltosa famiglia, Ahmet Ertegün i primi soldi per fondare la sua casa discografica, la Atlantic Records, se li fa prestare dal suo dentista. 10.000 dollari, chiesti forse per sfuggire alla noia di essere ricco, e dare vita, assieme al fratello Nesuhi e ad altri soci, a una delle case discografiche più celebri del firmamento del pop.
Ertegün è una figura che si espande al di là della discografia. Amico personale di Gianni Agnelli e Henry Kissinger, è sposato con Mica, vero nome Ioana Maria Banu, la cui famiglia faceva parte della cerchia dei reali di Romania. Ertegün ha una visione imprenditoriale dell’intrattenimento, e da fanatico del calcio gli viene l’idea, a un certo punto negli anni ’70, di fondare i New York Cosmos, squadra in cui militeranno Kaiser Franz Beckenbauer e, soprattutto, un campione assoluto come Pelé. Con il suo intelletto illuminato, aveva riconosciuto nel calcio potenzialità culturali. Le stesse dei musicisti che ha messo sotto contratto.
La prima firma di Ertegün per Atlantic è Ray Charles. Così come la Turchia dal punto di vista geopolitico sta nel mezzo di molte cose, anche lui sta nel mezzo di molte cose, nel senso di generi: il catalogo dell’etichetta va dal jazz al blues, dal progressive all’hard rock. Sotto la sua guida, l’Atlantic diventa una palestra molto importante per dirigenti e artisti: il produttore Jerry Wexler, che è stato anche suo socio; Phil Carson, che mise sotto contratto gli AC/DC; Peter Grant, il manager dei Led Zeppelin; David Geffen.
Un esempio concreto della sua visione è il passaggio di Aretha Franklin dalla Columbia all’Atlantic, dove il brano Respect si rivela un enorme successo, dimostrando la capacità di Ertegün di sapere essere testimone del tempo, di indovinare la produzione e lo slogan giusto. Siamo nel 1967, sta arrivando il turbocompressore del ’68: Respect è un titolo che crea risonanza.
Negli anni ‘70, con i Led Zeppelin, l’Atlantic si trasforma da etichetta soul in impero. I Led Zeppelin vengono assoldati a scatola chiusa su raccomandazione di Dusty Springfield, che durante un party racconta a Ertegün di questa band, che stanno mettendo su il suo chitarrista e il suo bassista, due ragazzi che rispondono ai nomi di Jimmy Page e John Paul Jones. Con gli Zeppelin il rock entra in banca, e la banca entra nel rock, si fanno i soldi con i chitarroni potenti. Forse, senza un batterista come John Bonham dietro le pelli, oggi staremmo raccontando un’altra storia.
Strategia e visione. Ahmet Ertegün è stato il produttore che ha reso il business un’arte. Lui e il fratello erano loro stessi delle rockstar, che investivano sugli artisti (leggasi: mettevano i soldi) guidati dall’istinto.
Ahmet Ertegün è scomparso nel 2006, all’età di 83 anni. Nel 2022 il suo nome è tornato nelle cronache per una causa depositata contro di lui (e la Atlantic) al tribunale di New York da parte di una ex-talent scout dell’etichetta. Le accuse sono di abusi sessuali, e i fatti risalirebbero agli anni ’80-’90.