Musica d’autore

Tante cantanti, poche cantautrici

Gli esempi di donne che hanno scritto le loro canzoni non sono tantissimi, seppur ce ne siano di illustri. Ma le cose stanno cambiando

  • 47 minuti fa
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Di: Voi che sapete.../RigA 

La lista non è certo esaustiva, ma già basta per definirla “grandi firme”: Joan Baez, Joni Mitchell, Patti Smith, Tori Amos, PJ Harvey. Di prestigio ma non nutritissima è comunque la lista di cantautrici che popolano la storia della musica. Cantautrici intese come quelle donne che hanno interpretato pezzi scritti da loro. Sono più le cantanti ad aver costellato la scena: grandissime voci che però hanno dato il loro eccellente contributo a canzoni di altri autori, invece di proporre le proprie.

Se ci concentriamo sulla canzone in italiano, risalendo il corso del tempo troviamo figure come Rosa Balistreri e Maria Monti, mentre venendo a epoche più recenti l’elenco comincia a farsi ricco, soprattutto a partire dagli anni ‘70-’80: dalla recentemente scomparsa Ornella Vanoni fino a Grazia Di Michele e Teresa De Sio e poi, avvicinandoci ai giorni nostri, Carmen Consoli, Elisa, Paola Turci, Cristina Donà. Oggi i nomi che si sono affacciati sono quelli di Levante, Margherita Vicario, Ditonellapiaga. E la buona notizia è che di cantautrici ce ne sono sempre di più.

Qualcosa, insomma, è cambiato. «Il problema principale, in passato, è stato che noi ragazzine non avevamo modelli di cantautorato che non fossero uomini», spiega la cantautrice napoletana Micaela Tempesta a Voi che sapete, «per cui se una bambina non vede che sul palco c’è un’altra donna che scrive anche quello che canta, la bambina penserà che è una cosa che non può fare». Un problema che lei non si è mai posta: la musica che produce «è il mio modo di esprimermi, per cui ho cominciato a scrivere immediatamente. Non mi sono fatta il problema di vedere se sul palco c’era un maschietto o una femminuccia a cantare». 

È ottimista riguardo la crescita del numero di cantautrici il giornalista e scrittore Enrico Deregibus. In qualità di direttore artistico, per molti anni ha organizzato «una Champions League della canzone d’autore in Italia, che si chiamava Premio dei premi. Su dieci finalisti, otto donne vincevano, e questo secondo me è molto significativo del fatto che qualcosa sta cambiando».

Ci sono ancora degli ostacoli da superare, delle richieste maggiori a cui sono sottoposte le donne nel mondo della musica. Micaela Tempesta porta esempi freschi, «uno sfogo di Paola Iezzi, a X-Factor, che diceva: “Lui può fare anche i rutti”. Le donne devono essere per forza intonate, carine, devono avere otto ottave». Secondo la musicista partenopea, «questa è una tendenza che sta cambiando molto lentamente. Anche questo è un retaggio culturale, per cui dalla donna ci si aspetta quasi sempre il bel canto».
Deregibus è d’accordo su questo punto di vista, e illustra come le musiciste vengano valutate per l’aspetto esteriore, «che non vuol dire solo la bellezza, ma anche il modo di vestire, la fisicità», oltre che per il loro valore. E commenta citando Ginger Rogers: «Facevo le stesse identiche cose che faceva Fred Astaire, ma io coi tacchi a spillo».

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Le cantautrici, tra le interpreti

Voi che sapete... 25.11.2025, 16:00

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  • Claudio Farinone e Giovanni Conti

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