Il mondo fiabesco ha da sempre esercitato un fascino irresistibile su musicisti, poeti e narratori. Figure come elfi, fate e folletti popolano racconti e leggende, apparendo come presenze sfuggenti e misteriose, capaci di evocare atmosfere sospese tra sogno e realtà. Non si tratta soltanto di personaggi dell’immaginario letterario: la loro influenza si estende anche alla musica, dalle antiche ballate alle composizioni contemporanee, passando per canti che sembrano custodire segreti di mondi lontani.
Letizia Bolzani, studiosa e profonda conoscitrice della letteratura per l’infanzia e delle figure del meraviglioso, spiega a Gran Bazaar che queste creature immaginarie incarnano una «sostanziale alterità rispetto al mondo umano». Tale distanza si manifesta sia sul piano spaziale - vivono nei boschi, tra le rocce, talvolta negli angoli nascosti delle case - sia su quello temporale: «ci sono molte storie in cui gli umani rapiti da una creatura di questo tipo credono di aver trascorso poche ore con lei. Poi tornano nel mondo umano e scoprono che i loro cari sono invecchiati, o addirittura non ci sono più».
Questa tradizione, presente già nel Medioevo, attraversa i secoli fino all’Ottocento e al Novecento, quando le figure fatate assumono un ruolo ancora più simbolico nell’arte: «sono immagini del desiderio, del sogno, del mistero dell’anima», osserva Bolzani. Non solo pittura ma anche musica: basti pensare al celebre Prélude à l’après-midi d’un faune di Debussy, ispirato al fauno, creatura con corna e zampe caprine proveniente dalla mitologia romana. A questa figura si lega il dio Pan, tra i protagonisti del romanzo di Kenneth Grahame Il vento tra i salici, che ispirò persino il titolo del primo album dei Pink Floyd, The Piper at the Gates of Dawn. Il tema attraversa tanto la musica colta quanto quella popolare, dimostrando la sua forza evocativa.
I personaggi fiabeschi, inoltre, possiedono una valenza metaforica: «non sono sempre chiaramente buoni o cattivi, e proprio questa ambiguità li rende efficaci nel rappresentare i conflitti morali. Ci ricordano che anche noi portiamo dentro un intreccio di luce e ombra», sottolinea Bolzani. In questo senso, diventano strumenti simbolici per affrontare anche temi universali, come la lotta tra il bene e il male.
Neppure la musica contemporanea è immune al richiamo del fantastico. L’artista Jean Luc Lenoir, ad esempio, ha dedicato gran parte della sua carriera alla riscoperta della musica medievale e nel 2012 ha pubblicato il suggestivo libro-CD Old Celtic & Nordic Ballads, che raccoglie testi di antiche tradizioni e melodie ispirate alle creature fatate.
E come dimenticare la magistrale colonna sonora de Il Signore degli Anelli, composta da Howard Shore, che accompagna le epiche avventure di Hobbit, Elfi, Nani e Uomini nella Terra di Mezzo?
Il mondo fiabesco continua dunque a essere una fonte inesauribile di ispirazione, capace di attraversare epoche e linguaggi artistici. Le sue figure, sospese tra realtà e immaginazione, parlano ancora oggi alla nostra sensibilità, invitandoci a esplorare territori interiori dove il confine tra umano e meraviglioso si fa sottile. Forse è proprio in questa soglia, e nella forza delle metafore che queste figure custodiscono, che si cela il segreto della loro perenne attualità.
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