Salute

Bambini a tavola: un momento di “educazione emotiva”

I pasti in famiglia sono una preziosa occasione di educazione ai sentimenti e alle emozioni: suggerimenti pratici per viverli al meglio

  • 15 aprile, 08:30
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Di: Lara Quarleri 

Con la Dott.ssa Lara Quarleri - dietista ASDD con esperienza di oltre dieci anni in ambito ospedaliero e come docente, attualmente dietista indipendente presso il Polisanitario di Roveredo - parliamo di salute nel piatto in età infantile, partendo dall’importanza del momento della condivisione a tavola in famiglia, momento prezioso non solo per le basi di educazione alimentare ma anche emotiva: la salute dei bambini passa non solo da ciò che mangiano, ma anche da come vivono questo momento.

Se pensiamo alle festività, al riunirsi, al tempo libero e ai nostri cari, ci ritroviamo sempre a ricordare un momento a tavola. Possiamo quindi dire che tutte le grandi cose accadono intorno a un tavolo.
Da genitori ci sentiamo spesso dire “l’educazione alimentare parte da quello che viene offerto a casa”, ed è vero: tutto ciò che i genitori propongono a tavola farà la differenza in termini di salute per il figlio. Un aspetto di cui si parla meno è il momento del pasto condiviso in famiglia come strumento di “educazione emotiva”.

Come un pasto condiviso può contribuire all’educazione emotiva

Se ai ritmi frenetici di oggi, alle tensioni lavorative, al poco tempo a disposizione, alla stanchezza dopo una giornata di lavoro, ci uniamo un bambino desideroso di attenzioni e fisiologicamente nella fase selettiva con l’alimentazione, il rischio è quello di portare in tavola dei bei piatti di tensione conditi da emozioni forti.

Ecco perché se riusciamo a costruire una famiglia serena a tavola, cresciamo bambini sani non solo in termini di salute “organica” ma anche “emotiva”.

Suggerimenti pratici per stare bene a tavola, insieme

Di seguito qualche suggerimento pratico per vivere al meglio i pasti con i nostri bimbi:

  • Ridurre le aspettative: bambini che mangiano tutto quello che proponiamo, comprese le verdure più rare, frutta, legumi e cereali integrali, sono più un’ eccezione che la regola.

  • Tenere a mente la regola: sono papà e mamma a decidere cosa mangiare e i figli se e quanto.

  • Consentire al bambino di smettere di mangiare anche se il piatto non è finito: rispettare il senso di sazietà dei nostri bimbi è fondamentale, la sazietà è uno stimolo che arriva al cervello e come tale va ascoltato; se obblighiamo un bimbo a finire tutto nel piatto gli mandiamo il messaggio che quello che prova non è importante.

  • Chiedere a nostro figlio cosa sente, se il pancino è pieno e se è sicuro di essere sazio, lo allena a percepire la sazietà e ad averne rispetto anche nella vita adulta. Genitori consapevoli a tavola e bambini liberi permettono di mantenere intatta l’autoregolazione per tutta la vita.

  • Aumentare la tolleranza verso i rifiuti dei nostri figli: esistono delle fasi fisiologiche nello sviluppo delle competenze alimentari dei bambini (esplorativa, selettiva, etc.). Se rifiutano una preparazione che fino a ieri era il “piatto preferito” è assolutamente normale.

  • Sfruttare il momento a tavola per raccontarsi la giornata. Sentirvi parlare delle emozioni provate durante la giornata, quanto vi è mancato e quanto non vedevate l’ora di passare del tempo insieme, può far sentire più sereno e tranquillo anche il bambino più selettivo a tavola, pronto ad assaggiare il cibo più temuto. Inoltre, ascoltare il genitore che si racconta lo predispone a raccontare se stesso. 

  • Posticipare a un altro momento la gestione dei conflitti di coppia o comunque tutte quelle discussioni che fanno aumentare il livello di tensione e il tono della voce.

  • Spegnere telefoni e tv. Per alcuni potrà sembrare una banalità, ma in tantissime case si mangia cotoletta e cartoni animati. Televisione, smartphone e tablet sono dei veri strumenti per disconnetterli dalle loro sensazioni tra cui la fame e la sazietà. Il favoloso dono dell’autoregolazione dei bambini viene alterato e il pasto non è più il momento in cui assecondano la fame mangiando, ma diventa il “momento del cartone preferito”.

  • Farsi aiutare nella preparazione dei pasti: ognuno può avere il suo ruolo in base alle proprie capacità. C’è chi lava le verdure, chi le taglia, chi prepara il tavolo. Farli partecipare ad un lavoro di gruppo li responsabilizza, li fa famigliarizzare con cibi “no” e soprattutto riducono il carico di lavoro in cucina velocizzando i tempi.

  • Organizzare il menu settimanale insieme. Può essere utile farlo nel fine settimana, magari con una lavagnetta e dei magneti, in cui ognuno può inserire un piatto preferito e quando vorrebbe mangiarlo. Potete pianificare così pasti più semplici e veloci (o d’asporto!), adatti a cene da consumarsi più tardi del solito dopo allenamenti di calcio, piscina o lezione di musica. Avere una buona organizzazione anticipata della settimana “alimentare” riduce il carico di lavoro ed emotivo di una famiglia in cui entrambi i genitori lavorano.

  • Non perdere mai il piacere per il cibo e per le sensazioni che può regalarci.

  • Non sempre sarà possibile servire piatti perfetti: il tema della dieta sana ed equilibrata e della sue influenze sulla salute è ampiamente discusso ovunque. Non sempre sarà possibile servire piatti perfetti da un punto di vista nutrizionale, le eccezioni ci saranno ed è giusto che ci siano.

  • Stagionalità, territorio e cultura: è importante che le scelte alimentari assecondino anche i nostri gusti e quelli dei nostri bimbi, che tengano conto della cultura del posto, dell’offerta regionale e della stagionalità.

  • No al senso di colpa verso il cibo, sia per i grandi che per i piccini: il piacere verso il cibo è lecito. Abbiamo le papille gustative proprio per un motivo. Non colpevolizzare il cibo etichettandolo come “fa male” o “fa venire le carie”. L’importante è che vostro figlio, aprendo la dispensa in cucina, non trovi regalmente merendine, bevande zuccherate o biscotti. Non sarà invece un buon gelato artigianale mangiato fuori casa in una bella giornata estiva a minare la salute di tutti.

Riassumendo: nei bambini, le condotte fisiologiche - tra cui quella del mangiare in condizioni di buona salute - se lasciate funzionare spontaneamente non creano problemi

A tavola curiamo anche la relazione, la comunicazione e il nostro stato d’animo, il resto verrà da sé. Sedersi a tavola con i nostri bimbi è una preziosissima occasione di educazione ai sentimenti e alle emozioni.

Psiche in cucina: cibo e bambini

Cuochi d'artificio 21.02.2018, 17:10

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