RITRATTI E STORIE

Dal miele al vino: la storia dei fratelli Bianchi

Gabriele e Martino, da “Esordienti dell’anno” a pionieri dell’enologia sostenibile in Ticino. Una storia (biologica) di famiglia, tra api, vigneti e una cantina all’avanguardia

  • Oggi, 11:30
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Dal miele al vino e quattro generazioni di qualità ticinese

RSI Racconti di Vite 29.10.2025, 11:20

  • © RSI - Casa Svizzera
  • Casa Svizzera - Alice Pedrazzini e Fabrizio Casati
Di: Casa Svizzera / H.D.T 

Tra i vigneti terrazzati della Val Mara, ad Arogno, sorge l’Azienda Agricola Bianchi: una realtà familiare che dal 1998 coltiva la terra coniugando un approccio biologico e una forte spinta innovativa. La storia dell’azienda non è solo legata alla vite, ma racconta una continuità generazionale arricchita da nuove visioni, guidate oggi con competenza e passione dai fratelli Gabriele e Martino Bianchi.

Una tappa fondamentale è stata la costruzione, nel 2017, della cantina progettata per lavorare secondo il principio di gravità: una struttura messa a disposizione anche a supporto di altre realtà del territorio. L’eccellenza del loro lavoro è stata confermata dalla prestigiosa guida Gault&Millau Svizzera, che li ha nominati Rookie des Jahres (Esordienti dell’anno) per il 2023. Gabriele Bianchi ripercorre questa storia ai microfoni di Rete Uno, ospite a “Casa Svizzera” nella puntata del 29 ottobre di “Racconti di vite. Storie svizzere da gustare.

Il principio di gravità nel vino si riferisce a una tecnica di vinificazione che sfrutta la forza di gravità per spostare uva, mosto e vino tra le varie fasi produttive (pigiatura, fermentazione, travaso, imbottigliamento) senza l’uso di pompe meccaniche attraverso cantine organizzate su più livelli (“torri vinarie”). Questo significa che l’uva viene scaricata nel punto più alto della cantina e poi, man mano che viene pigiata, fermenta e affina, il mosto e il vino scendono naturalmente verso i livelli inferiori

Un incontro speciale tra le api

Tutto nasce con Marcy e Alberto Bianchi, un legame e una storia sbocciata “tra le api”. Marcy, originaria del Brasile, arrivò in Europa per un viaggio. La sua permanenza a Milano, unita all’intraprendenza e alla necessità di trovare un impiego, la condusse in Ticino durante la stagione apistica: «Lì, tra le api», racconta Gabriele, «ha incontrato mio padre Alberto, e da quel momento tutto ha avuto inizio».

Oggi, a raccogliere la loro preziosa eredità sono i figli: Gabriele, ingegnere enologo formatosi nella prestigiosa scuola di Changins, e Martino, viticoltore diplomato. Con grande intesa e complementarità, portano avanti l’azienda di famiglia, consolidando il legame con il territorio. L’impegno per l’agricoltura biologica è totale, come testimoniato dalla certificazione Bio Suisse e dal ruolo di Gabriele come presidente di Bio Ticino. Ogni prodotto, dai vini ai mieli, è la concretizzazione di una profonda dedizione.

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  • Ti-Press / Francesca Agosta

Un vino che celebra la famiglia

Il primo vino creato dai fratelli nel 2012 non poteva che essere un omaggio alle loro radici. Si chiama Alma, un bianco ottenuto da uve Johanniter, Souvignier Gris e Solaris. Gabriele spiega: «Alma è la fusione dei nomi di Alberto, nostro padre, e Marcy, nostra madre. In portoghese, la lingua di nostra madre, significa “anima”, e per noi rappresenta l’anima stessa dell’azienda, del vino e della famiglia che ci ha tramandato questo mestiere». Un vino simbolo che, nel 2023, ha conquistato la medaglia di bronzo come terzo miglior assemblaggio bianco svizzero certificato Bio Suisse al concorso BioVino.

Dal sambuco al tesoro sommerso

La creatività dei fratelli Bianchi spazia ben oltre i vini e i mieli. Ne è un esempio il Sambì, una bevanda leggermente alcolica e frizzante ispirata a un’antica ricetta locale, prodotta dalla fermentazione di fiori di sambuco .

Ma il racconto più affascinante è legato al Marà del Lago, uno spumante rosé metodo classico prodotto in edizione limitata. La sua unicità risiede in un affinamento speciale: dopo la rifermentazione, una parte delle bottiglie viene immersa nelle acque del Lago Ceresio. Questa tecnica di affinamento, unica nel suo genere, testimonia la loro volontà di sperimentare e innovare, un esempio lampante di come si possano valorizzare le risorse naturali del territorio, per creare qualcosa di unico e distintivo, sempre nel pieno rispetto dell’ambiente.

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  • Keystone / Ti-Press / Gabriele Putzu
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Marà del lago, Azienda Agricola Bianchi

Lo spumante cullato dal Ceresio

L'ora della terra 03.12.2017, 09:05

  • ©Azienda Agricola Bianchi

La storia di Gabriele e Martino Bianchi è un esempio di come la passione dei genitori possa tramandarsi di generazione in generazione. Con rinnovato entusiasmo e una visione giovanile, i fratelli hanno trasformato l’attività di famiglia in un punto di riferimento nell’agricoltura biologica ticinese, invitando i visitatori a scoprire da vicino la loro realtà.

L’appuntamento di “Casa Svizzera”, su Rete Uno, che racconta il mondo del vino ticinese

Ogni mercoledì, le frequenze di Rete Uno si sintonizzano su Casa Svizzera per il consueto appuntamento intitolato “Racconti di vite. Storie svizzere da gustare”. Condotto da Alice Pedrazzini e Fabrizio Casati, questo spazio, nato dalla sinergia con Ticinowine, si propone di svelare l’anima del vino ticinese attraverso i ritratti dei suoi protagonisti: produttrici e produttori, vignaiole ed enologi, donne e uomini che, spesso coinvolgendo intere famiglie, vivono la vigna quotidianamente. Il risultato è un mosaico di dialoghi spontanei, dove l’amore per la terra diventa il filo conduttore di un racconto autentico e coinvolgente.

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