Il Grotto America, situato a Ponte Brolla nel Locarnese, è un pezzo di storia ticinese. Risalente alla metà del XIX secolo, questo grotto prende il nome dal periodo del “grande esodo dell’Ottocento”, un’epoca che ha profondamente segnato il Ticino, spingendo migliaia di ticinesi a cercare fortuna nelle Americhe e non solo.
Questa storia ce la racconta Davide Buvoli, proprietario del Grotto America, ospite alla trasmissione di Rete Uno “Il Grotto”, condotta da Fabrizio Casati, Alice Pedrazzini e Axel Belloni.
La storia di un’emigrazione
Tra il 1850 e il 1930, circa 50’000 ticinesi lasciarono la loro terra natale per cercare fortuna. Si svuotò principalmente la zona del Sopraceneri, in particolare il Locarnese e la Vallemaggia, da cui proveniva il 50% degli espatriati. In quel contesto, il Grotto America divenne un punto di ritrovo cruciale: era il luogo d’attesa per le carovane dirette a Genova, dove si salpava per il Nuovo Mondo.
Le cause di questa emigrazione furono molteplici: il maltempo, le carestie, i problemi di natura politica con l’Austria e la conseguente espulsione di tutti i ticinesi dalla Lombardia. Di conseguenza, il cantone si ritrovò a fare i conti con la fame.
Uva ticinese con passaporto americano
Molti ticinesi ebbero successo oltreoceano, e il legame tra il Grotto America e gli Stati Uniti si estende anche al mondo del vino. Antonio Nichelini (americanizzato in Anton Nichelini) di Verscio, proveniente da una rinomata famiglia di viticoltori, partì per gli Stati Uniti intorno al 1870 e nel 1890, in California, fondò la Nichelini Family Winery, oggi considerata la più antica cantina a conduzione familiare della Napa Valley. Da oltre 130 anni, la cantina è rimasta di proprietà della famiglia Nichelini.
Un pezzo di Ticino in California: vinera Nichelini
RSI I servizi 20.10.2015, 10:05
Davide Buvoli, attuale proprietario del Grotto America, qualche anno fa proponeva il vino della cantina Nichelini. A causa del Covid-19 e degli incendi in California, però, l’importazione è diventata difficile. Per Davide questo vino ha un grande valore per il forte legame con il territorio: «Spero di riuscire a portarlo di nuovo qui. Per me è qualcosa di locale, dato che tutto è partito proprio da queste zone». Nella sua visione, questo vino californiano rappresenterebbe una «chicca storica», un’eccezione alla selezione di vini ticinesi che offre nel suo grotto.
Un Grotto a stelle e strisce
Davide mantiene viva questa lunga storia: «Ho iniziato a lavorare a 14 anni. Ho fatto esperienza nel grotto di mio zio, il Grotto Bivio, e in pizzeria come cameriere». Grazie ai suoi viaggi in America, intrapresi per riallacciare il filo della storia degli emigranti ticinesi, il Grotto America offre oggi un ambiente tradizionale arricchito da decorazioni che raccontano questo capitolo di storia.
Forse proprio da questi viaggi negli Stati Uniti nasce l’idea di proporre piatti sì tradizionali, ma anche innovativi, come la “grottizza”: una base di polenta sottile guarnita come una pizza.
La “grottizza” è una nostra specialità. È molto apprezzata e molti vengono qui apposta per mangiarla
Insieme a sua moglie Christy, originaria di New York e da dieci anni al suo fianco nel grotto, Davide incarna un autentico ponte tra Ticino e America. Un legame vivo, alimentato anche dalle visite di clienti americani che, tornati alle proprie radici ticinesi, trovano al Grotto America un luogo di incontro tra storie, sapori e memorie condivise.