SALUTE

Longevità cerebrale: il ruolo chiave dell’alimentazione

Dall’asse intestino-cervello al digiuno intermittente, le ultime scoperte sul ruolo dell’alimentazione nella prevenzione del declino cognitivo. Cosa dicono gli esperti e la ricerca

  • Oggi, 11:30
Cervello
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Di: Haluka De Toni 

Con l’avanzare degli anni, il cervello è uno degli organi che risente maggiormente del tempo che passa, manifestando un declino della memoria, una diminuzione delle capacità attentive e difficoltà nelle abilità motorie fini.

L’impatto del consumo eccessivo

Una ricerca condotta dalla Mayo Clinic negli Stati Uniti suggerisce che un’alimentazione ipercalorica in età avanzata potrebbe raddoppiare il rischio di “deterioramento cognitivo lieve” (MCI), una condizione che spesso precede l’insorgenza dell’Alzheimer o della demenza senile. Mark Mattson, ex direttore del National Institute of Aging e professore alla Johns Hopkins University, sostiene che il digiuno occasionale possa ritardare la comparsa di Alzheimer e Parkinson, migliorare le funzioni cognitive anche in giovane età.

Una visione più ampia sui fattori di rischio

Il professor Marco Trabucchi, docente di neuropsicofarmacologia all’Università di Roma e presidente dell’Associazione Italiana di Psicogeriatria, precisa che l’insorgenza di MCI o Alzheimer è multifattoriale. Tra i fattori di rischio che possono anticipare queste condizioni vi sono la sedentarietà e la scarsità di stimoli intellettuali. L’alimentazione gioca certamente un ruolo fondamentale, ma non è tanto il sovraccarico di cibo in sé a essere dannoso, quanto le sue conseguenze: colesterolo alto, glicemia elevata e ipertensione. Sono queste condizioni metaboliche a “pesare” sul declino cognitivo. L’accento va posto quindi su un’alimentazione equilibrata, ricca di cibi sani e consumati in quantità adeguate, senza eccessive restrizioni ossessive.

L’asse intestino-cervello: una nuova frontiera

La correlazione tra cibo e cervello rappresenta una delle nuove frontiere della ricerca nutrizionale. Elena Dogliotti, biologa nutrizionista e supervisore scientifica della Fondazione Umberto Veronesi, sottolinea come molto sia ancora da scoprire riguardo all’influenza dei fattori nutrizionali sulle malattie neurodegenerative. Un campo di crescente interesse è l’interazione tra il microbiota intestinale e il cervello: la composizione dei batteri che popolano l’intestino può influenzare il cervello attraverso la rete neurale, il sistema neuroendocrino e quello immunitario.

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Il legame cervello e l’intestino

RSI Food 14.05.2024, 12:00

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  • Luca "Paltrax" Paltrinieri e Claudia Demircan

Restrizione calorica e digiuno intermittente: evidenze scientifiche

Studi condotti su modelli animali, dai topi alle scimmie, hanno dimostrato che la restrizione calorica o il digiuno intermittente (che limita la finestra temporale giornaliera di assunzione del cibo senza necessariamente ridurre l’apporto calorico complessivo) possono avere un effetto protettivo contro i danni legati all’invecchiamento. Queste pratiche sono state associate a un aumento della durata della vita in diverse specie, a una riduzione dei livelli ematici di glucosio e insulina, e a un incremento della resistenza del tessuto nervoso allo stress. Tuttavia, è fondamentale sottolineare che la ricerca è ancora insufficiente e si basa prevalentemente su modelli animali; è prematuro trarre conclusioni definitive sull’uomo.

Sebbene promettente, il digiuno non è una pratica adatta a tutti e presenta delle controindicazioni. Gli studi sull’uomo sono ancora in fase preliminare ed è essenziale affidarsi a un professionista per evitare squilibri nutrizionali o carenze. Il digiuno è assolutamente sconsigliato durante la gravidanza e l’allattamento, per chi soffre di patologie tiroidee, diabete o disturbi del comportamento alimentare.

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Dieta mediterranea, chetogenica e digiuno

La consulenza 22.04.2020, 13:00

La dieta MIND: un binomio per la salute del cervello

La dieta MIND , ideata nel 2015, unisce i principi della dieta mediterranea e della dieta DASH dell’American Heart Association, nata per prevenire l’ipertensione. Il suo scopo è proteggere il cervello dall’invecchiamento e dal declino cognitivo, come suggerisce l’acronimo ( Mediterranean-DASH Intervention for Neurodegenerative Delay ).

Come la dieta mediterranea, anche la MIND privilegia un’alimentazione naturale e vegetale , ricca di antiossidanti, polifenoli, grassi buoni e vitamine. Si basa su verdure, legumi, frutta secca, cereali integrali, pesce, pollame e olio extravergine d’oliva , mentre carni rosse, formaggi e cibi industriali vanno limitati. Abitudini in pieno spirito mediterraneo, che aiutano a mantenere sano il cervello , riducono l’infiammazione e favoriscono la longevità

Nella dieta MIND, in particolare, si consiglia di consumare una porzione al giorno di verdure a foglia verde (come spinaci, cavolo, rucola o cime di rapa), frutti rossi cinque volte a settimana, legumi quattro, cereali integrali tre volte al giorno, pesce una volta a settimana e pollo due volte.

È fondamentale ricordare che la nutrizione è solo uno dei tasselli di un mosaico più ampio. Per mantenere il cervello giovane e attivo, è essenziale adottare uno stile di vita sano e completo.

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52 Piccoli cambiamenti per ritrovare l’equilibrio alimentare

La consulenza 04.03.2024, 12:50

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  • Carlotta Moccetti
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