Cinema

Sean Connery

Bond e oltre

  • 25 agosto 2023, 08:12
  • 14 settembre 2023, 11:41
Sean Connery, James Bond
Di: Fabrizio Coli

È stato il James Bond più amato di sempre. L'originale Lo ha riconfermato un sondaggio del magazine Radio Times che l’ha incoronato re degli 007 cinematografici. Niente da fare per chi è venuto dopo: né per il gagliardo Daniel Craig, né per l’elegante Roger Moore, né per Pierce Brosnan e Timothy Dalton e, senza troppo stupore, neanche per George Lazenby. Chissà se, Sean Connery, morto all'indomani dei novant'anni, ha considerato questo un gradito regalo o l’ennesimo anello di quella pesante catena che ha legato il suo nome all’agente segreto creato da Ian Fleming. Del resrto, però, è stato proprio Bond, il cui smoking impeccabile Connery ha indossato per primo sul grande schermo, a dargli fortuna e gloria. Probabile però che fra Sean e James i rapporti siano sempre stati un po’ tesi. D’altra parte, entrambi sono stati dei tipi tosti che mal sopportavano farsi mettere in ombra da chi che fosse.

Nel quartiere di Fountainbridge a Edimburgo, dove era nato nel 1930, una targa lo celebra: vincitore di un Oscar e star internazionale del cinema. Non c’è dubbio che l’attore scozzese più famoso al mondo sia stato proprio lui, Sir Thomas Sean Connery. Il titolo nobiliare, conferitogli nel 2000 dalla regina Elisabetta II, non era però questione di sangue. No, la sua è una di quelle storie da film dove un ragazzo di umili origini arriva fino alle stelle.

Figlio di un camionista e di una donna delle pulizie, il giovane Sean si arruola in marina a 16 anni. La lascia tre anni dopo per via di un’ulcera duodenale. Si guadagna da vivere con mille lavoretti. Il suo aspetto lo aiuta. Alto e atletico, ha un fascino che si nota: fa anche il modello per le scuole d’arte. È tagliato per l’attività fisica e lo sport. Si allena seriamente come bodybuilder e poco ci manca che inizi una carriera di calciatore professionista. Ma il destino ha altri piani. Ha ottenuto un ruolo nel musical South Pacific con cui fa il suo esordio in palcoscenico. Siamo negli anni Cinquanta e per sbarcare il lunario la recitazione assume sempre più peso. Connery si giostra fra teatro e schermo, piccolo e grande. Il debutto al cinema, non accreditato, è del 1954 (Lilacs in the Spring) ma il suo nome figura per la prima volta solo nel 1957 in Il club dei gangster. Fra i suoi primi film ci sono anche il kolossal bellico Il giorno più lungo prodotto da Darryl F. Zanuck ed Estasi d’amore (1958), sul cui set si vocifera abbia una storia con Lana Turner. Come in un episodio uscito dalle pagine di James Ellroy, che la dice lunga sulla tempra della futura star, il fidanzato della diva hollywoodiana si presenta, infuriato per la gelosia. È il gangster Johnny Stompanato e punta una pistola in faccia a Connery. Sean, cresciuto per le strade di Edimburgo, lo disarma e lo stende.

Sean Connery

La svolta arriva all’inizio degli anni Sessanta. Da principio Ian Fleming è scettico sulla scelta di questo marcantonio scozzese per interpretare il suo personaggio. Ma paradossalmente, l’immagine iconica dell’agente segreto più famoso del mondo si modellerà proprio su Connery. Il regista Terence Young, con cui l’attore ha già lavorato ne Il bandito dell’Epiro (1957), è fondamentale nello sgrezzarlo quanto basta per renderlo un Bond credibile, senza rinunciare a nulla del suo fascino virile. Fin dal debutto nel 1962 con Agente 007, licenza di uccidere (Dr. No) il successo è clamoroso. Film dopo film, Bond diventa un fenomeno mondiale, un marchio dallo stile inconfondibile fatto di azione, avventura, donne affascinanti, macchine veloci, intrigo, temi musicali e grafici perfetti. Interpretandolo anche nei seguenti A 007 dalla Russia con amore (1963), Goldfinger (1964) e Operazione Tuono (1965), Connery non acquista solo il rango di star ma anche quello di sex symbol, sommerso dalle lettere delle ammiratrici: ancora nel 1989 la rivista People lo incoronerà “the sexiest man alive”. Per quanto debba la sua fama a Bond però, l’attore non vuole rimanere ingabbiato in questo ruolo e fin da subito, tra uno 007 e l’altro, lavora con registi come Alfred Hitchcock (Marnie, 1964) o Sidney Lumet (La collina del disonore, 1965). Dopo il quinto film di Bond Si vive solo due volte decide di lasciare la serie. Tornerà però al ruolo nel 1971 con Una cascata di diamanti e infine nel 1983 con Mai dire mai, remake di Operazione Tuono che non fa parte del franchise della Eon Productions. Intanto però, una nuova fase è già cominciata.

Con una settantina di film in carriera, anche dopo Bond Sean Connery si è imposto come uno dei volti più popolari e amati del cinema. Negli anni Settanta, ancora diretto da Lumet, è nel cast di Assassinio sull’Orient Express (1974) tratto da Agatha Christie, nella versione con Albert Finney e Lauren Bacall. Per John Milius recita nel 1975 ne Il vento e il leone e nello stesso anno, con l’amico Michael Caine, interpreta l’avventuroso L’uomo che volle farsi re diretto da John Huston e tratto dal romanzo di Kipling. È il protagonista del cult fantascientifico Zardoz (1974) di John Boorman e al genere tornerà anni dopo con il teso thriller Atmosfera Zero (Peter Hyams, 1981). Fra la seconda metà degli anni Ottanta e l’inizio degli anni Novanta Connery vive un periodo particolarmente gratificante. Indimenticabile è il suo Guglielmo da Baskerville, il frate investigatore protagonista de Il nome della rosa di Umberto Eco portato sul grande schermo da Jean-Jacques Annaud nel 1986. Dello stesso anno è anche Highlander di Russell Mulcahy, incursione nel fantastico dove Connery è l’ineffabile e immortale maestro d’armi del protagonista Christopher Lambert. Vale la pena notare come il ruolo di mentore gli si addica particolarmente. Forse è perché lo stesso Connery ne ha avuti diversi, a cominciare dall’attore Robert Henderson che ai tempi degli esordi teatrali è stato importante nel dare al ragazzo cresciuto nei quartieri popolari quell’educazione che non aveva ricevuto, consigliandogli tanti libri da leggere. Negli anni Connery familiarizzerà così con Shakespeare, Ibsen, Proust, Joyce o Tolstoj. Sia come sia, di ruoli di fascinoso maestro è costellata la sua carriera. Quello dell’ombroso scrittore di Finding Forrester di Gus Van Sant (1999) è solo l’ultimo esempio. In Indiana Jones e l’ultima crociata di Steven Spielberg (1989) è addirittura il padre del mitico archeologo interpretato da Harrison Ford. E non è forse il ruolo di un mentore anche quello che regala a Connery il suo unico Oscar, come attore non protagonista? Ne Gli Intoccabili di Brian De Palma (1990) è infatti il piedipiatti irlandese Malone, dai modi spicci e dalla morale integerrima, che nella guerra contro il gangster Al Capone (De Niro) guida l’agente del Tesoro Elliot Ness interpretato da Kevin Costner. I due si ritroveranno pochi anni dopo nel blockbuster Robin Hood - Principe dei ladri (1991). La lista di successi non finisce qui. Fra i titoli dell’ultimo decennio del secolo scorso figurano anche tanti altri film entrati nel cuore degli spettatori, da Caccia a Ottobre rosso di John McTiernan (1990), con Connery nell’uniforme dell’astuto capitano del sottomarino sovietico del titolo, all’adrenalinico The Rock di Michael Bay (1996).

Certo, c’è stato anche qualche flop nella sua carriera, come La leggenda degli uomini straordinari (2003). All’epoca si era parlato di forti dissapori fra lui e il regista Stephen Norrington e Connery aveva espresso aspre critiche nei confronti degli “idioti di Hollywood”, dopo di che si era ritirato dal cinema. Qualche grosso abbaglio, però, l’ha preso anche lui, come quando ha rifiutato il ruolo di Gandalf nella trilogia de Il Signore degli Anelli di Peter Jackson. Per convincerlo gli erano stati offerti 30 milioni di dollari più il 15% sui guadagni al botteghino: dicendo di no si stima abbia perso qualcosa come 450 milioni di dollari. “Non capivo il copione", dichiarò Sir Sean.

L'eredità di Connery sta tutta nel suo volto, così familiare e amato. Anche dopo Bond, basta vederlo sullo schermo e subito vengono in mente così tanti film d’azione, d’avventura, di fantascienza, in costume o thriller… quei film di puro intrattenimento diventati classici nel loro genere che ci fanno immediatamente sentire a casa.

Sean Connery festeggia novant’anni

RSI 25.08.2020, 14:22

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