L’abete rosso (Picea abies), anche chiamato peccio, è un albero che conosciamo bene: adorna i paesaggi alpini assieme ad altre conifere come il larice ed è uno dei simboli incontrastati del Natale, almeno alle nostre latitudini. Spesso chiamato erroneamente “pino”, l’abete rosso è invece una specie diversa, che ben si distingue dalle essenze appartenenti al genere Pinus presenti in Svizzera e cioè il pino mugo, il cembro e il pino silvestre.
Il peccio è spesso confuso con un altro suo stretto parente, l’abete bianco (Abies alba), dal quale si differenzia per la disposizione degli aghi sui rami e soprattutto per le sue pigne, pendenti verso il basso, mentre quelle dell’abete bianco sono rivolte verso l’alto.
Abete rosso (Peccio)
Liber 27.06.2025, 10:15
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Oltre ad essere apprezzato per le sue caratteristiche paesaggistiche e come legno d’opera per le costruzioni, gli abeti rossi di alcune zone delle Alpi producono quello che viene definito legno di risonanza, un materiale pregiato ricavato dal tronco degli abeti, che permette di creare strumenti musicali di grande valore. Alcuni dei violini realizzati dal grande Antonio Stradivari e da altri esperti liutai di fama mondiale sono fabbricati proprio con il legno di abete rosso proveniente dalle foreste del Trentino.
Anche la Svizzera può vantare delle zone rinomate per il legno di risonanza e per una grande tradizione di liutai, come nel Parc régional Jura vaudois. Qui il mestiere è tramandato da generazioni e la preziosa materia prima cresce ancora oggi nella splendida foresta di abete rosso del Risoud (o Risoux).

Le tavole armoniche dei più famosi violini, come quelli del grande Antonio Stradivari, sono fabbricati con legno di abete rosso
Con una proporzione del 38% l’abete rosso è di gran lunga la specie arborea più frequente nei boschi svizzeri, dove precede il faggio e l’abete bianco. Si tratta quindi di un albero che domina sulle Alpi, così come nelle foreste del Grande Nord: non sorprende quindi che sia considerato non minacciato dall’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN).
Negli ultimi anni, ha tuttavia mostrato qualche segno di cedimento. In particolare, come indicato dalle ricerche dell’Istituto federale di ricerca per la foresta, la neve e il paesaggio (WSL), il peccio soffre a causa dei cambiamenti climatici che rendono i boschi svizzeri sempre più caldi e aridi. Inoltre, i danni causati dal bostrico continuano ad avere un impatto sulle popolazioni di abete rosso. Nel 2023, è infatti stato registrato un aumento del 14% del numero di focolai d’infestazione rispetto all’anno precedente. Bostrico che approfitta dei cambiamenti climatici, attaccando generalmente gli alberi già sofferenti a causa della scarsità di acqua.
Parc Jura vaudois
Rendez-vous al parco 06.08.2023, 18:05
A proposito di malattie, ce n’è una, chiamata ruggine vescicolosa dell’abete, che si è fatta recentemente notare nelle peccete alpine.
Si tratta di una malattia causata dal fungo Chrysomyxa rhododendri. Il suo ciclo di vita si sviluppa su due piante differenti: l’abete rosso e il rododendro, pianta su cui il fungo trascorre l’inverno. Le spore sono prodotte in primavera e, grazie al vento, dalle foglie di rododendro si diffondono sugli abeti rossi dove infestano solo i giovani aghi della pianta, che - una volta colpiti - iniziano ad assumere una colorazione giallo brillante, tendente all’arancione. Il fungo produrrà in seguito delle nuove spore che colonizzeranno i rododendri dove trascorreranno l’inverno. Durante le estati del 2024 e del 2025, la presenza della ruggine è stata piuttosto marcata anche a Sud delle Alpi, dove ha donato agli abeti rossi delle inconsuete sfumature arancioni.

Quella causata da C. rhododendri non è l’unica ruggine dell’Abete conosciuta, ma è la più frequente nelle Alpi svizzere. È nota sulle Alpi da oltre un secolo, ma fino a oggi non è stato riscontrato nessun caso di grandi danni o di eccessive mortalità, né a livello degli abeti, né per i rododendri.
https://rsi.cue.rsi.ch/info/ambiente/Gli-abeti-delle-Dolomiti-reagiscono-all%E2%80%99eclissi-solare--2877703.html
Staremo a vedere se cambiamenti climatici, funghi e altre malattie permetteranno all’abete rosso di dominare sulle Alpi anche nei prossimi anni. Le previsioni, indicano che con il tempo questa conifera sarà sempre presente, ma sta già modificando il suo areale di distribuzione, tendendo a spostarsi verso altitudini maggiori, cioè nelle zone in cui le temperature e la quantità di pioggia sono ancora propizie.