Ambiente

L’elegante signora dei boschi

La betulla, annunciatrice del ritorno del bosco dopo le glaciazioni, potrebbe avere un futuro promettente, alimentato dai mutamenti climatici

  • Ieri, 06:19
26:20

Betulla

Liber 27.06.2025, 10:45

  • Arkhip Kuindzhi (1875–1910), "Bosco di betulle", 1879 - (Imago Images)
  • Daniel Bilenko
Di: red. il giardino di Albert / Davide Conconi 

Quando si dice betulla, dalle nostre parti si intende soprattutto la betulla verrucosa: Betula pendula Roth. Il nome in italiano non tradisce particolarmente l’estetica della pianta, anzi! Esso si riferisce a delle verruche resinose incrostate sui rami. Il nome latino, invece, fa riferimento ai rametti secondari che pendono delicatamente dai rami principali. È l’albero più elegante del bosco ed ha approfittato delle sue caratteristiche estetiche per diffondersi anche fuori dalle foreste, nei territori abitati dall’uomo. La betulla ha approfittato dell’umana considerazione due volte. La prima, grazie al suo charme di albero cittadino, quando è stato adottato come albero d’ornamento nei parchi urbani e nei giardini privati. La seconda, in modo indiretto, ha largamente approfittato dell’abbandono dei coltivi e dei terreni dedicati alla pastorizia, per invaderli e formare giovani boschetti di betulle, preludio di un imboschimento più definitivo ad opera di essenze come la quercia, il faggio o l’abete rosso a seconda delle condizioni del suolo, di quelle climatiche e dell’altitudine. 

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Giovani Betulle hanno sostituito il Muro di Berlino

  • IMAGO / Zoonar

La betulla è un albero pioniere. Ama crescere in piena luce. Colonizza rapidamente nuovi territori sorretto da un’abbondante produzione di semi e dalla capacità di formare dei polloni (giovani getti) a partire dalle radici che avanzano nel suolo. Queste caratteristiche, unite alla sua rusticità, alla grande resistenza al freddo e alla tolleranza alla siccità, hanno fatto sì che in Europa, dopo l’ultima glaciazione, la betulla abbia aperto la strada alla ricolonizzazione del bosco. 

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In Norvegia le foreste pure di betulla coprono intere distese alluvionali

  • IMAGO / ImageBROKER

Oggi la betulla popola in purezza larghe superfici solo all’est e al nord dell’Europa. Dalle nostre parti è l’albero con la maggiore escursione altimetrica, lo si trova dalle pianure fino praticamente al limitare del bosco verso i 1800 metri di altitudine. I territori abbandonati dall’agricoltura sono oramai imboschiti, la dinamica di ricolonizzazione dopo le ultime glaciazioni è giunta alle ultime battute già da qualche millennio ed è subentrata la concorrenza di altre piante pioniere di origine alloctona come l’ailanto e la robinia. Tuttavia, la betulla trova ancora spazio nei boschi, qua e là come pianta individuale, che può raggiungere anche 80-100 anni, mescolata alle altre essenze. Oppure, approfitta di eventi catastrofici quali gli incendi, le alluvioni e le tempeste che abbattono vaste distese di alberi per sfoggiare di nuovo il suo potenziale di pianta pioniera. 

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Oltre i 20 anni di età, la corteccia delle betulle, nella parte basale del troco, si scava di profonde rughe. Le asperità ospitano spesso licheni e muschi

  • RSI - il giardino di Albert / D. Conconi
Un po’ vistosa e sfacciata, come tutte le vere signore riesce a portare i suoi abiti bianchi, eleganti e sfarzosi con grande discrezione, senza causare imbarazzo agli altri più semplici e rozzi come il Faggio e il Carpino.

Così scrive l’amico degli alberi Gianluca Borroni, nel suo libro “Chiama gli alberi per nome” (Pietro Macchione Editore, 2017), libro che persegue il non facile obiettivo di far conoscere l’importanza degli alberi. La corteccia bianca e liscia, venata di nero, le foglie che formano fronde leggere e trasparenti alla luce e il portamento slanciato che permettono di raggiungere anche 35 metri di altezza, fanno della betulla effettivamente uno degli alberi più eleganti e belli delle nostre foreste.

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La densità di una piantagione di betulle mette in risalto le forme slanciate dell'albero

  • IMAGO / Dreamstime

La betulla non è solo bella, è anche utile. A partire dalla sua corteccia. A chi come al sottoscritto frequenta i boschi per raccogliere legna, magari è capitato di raccogliere un bel ramo di betulla e vederlo disintegrarsi fra le mani a causa del suo avanzato stato di decomposizione. Il bel ciocco di legno svanisce in un mucchio di segatura fradicia, tranne la bianca corteccia che rimane intatta. All’apparenza fragile, la bianca e sottile corteccia di betulla resiste al tempo grazie agli idrocarburi che contiene. Il frequentatore dei boschi può essere così ingannato. All’esterno il ramo di betulla pare integro, ma in realtà è la sola corteccia intatta che contiene un legno oramai compromesso. Della durevolezza della corteccia di betulla se ne erano accorti anche alcune comunità russe antiche non lontano da Mosca che, secondo ritrovamenti archeologici fatti a partire dal 1951, ne utilizzavano dei frammenti preparati grossolanamente per documentare atti commerciali, economici e legali. La corteccia di betulla veniva incisa nella parte interna e costituiva un supporto estremamente duraturo e a buon mercato. 

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Un frammento della sottile corteccia di betulla ... pronta per la scrittura

  • IMAGO / Depositphotos

Per millenni nelle regioni fredde del nord Europa, povera di altre essenze legnose, la corteccia e il legno di betulla hanno rivestito una grande importanza per dare origine agli oggetti più svariati. Con la corteccia si costruivano i tetti delle case, contenitori vari e cinture solo per fare alcuni esempi. In Lapponia, si usava la corteccia di betulla, ricca di tannini, per conciare le pelli. In Europa, non solo del nord, il legno di betulla veniva impiegato per costruire manici di utensili, sci, mobili e ovviamente era largamente utilizzato per il riscaldamento.

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Contenitore per piccoli frutti in betulla

  • IMAGO / YAY Images

Un impiego del legno di betulla che ben riassume le sue ottime caratteristiche tecniche – resite alla compressione, è elastico, è relativamente leggero, facile da piegare o tornire – è stato quello della costruzione di un gigantesco aereo. Si tratta di un prototipo di velivolo, concepito durante la Seconda guerra mondiale, per il trasporto di truppe e di merci (700 persone e relativo materiale), costruito interamente in legno di betulla e di abete (poiché la betulla a un certo punto scarseggiò…). L’idrovolante H-4 Hercules, dall’apertura alare impressionante di quasi 100 metri, per lungo tempo fu l’aereo più grande del mondo. Volò solo una volta il 2 novembre 1947, per un breve tratto, sufficiente ad omologarlo…Oggi è visibile al museo dell’aviazione di McMinnville, nell’Oregon. Grazie alle stesse caratteristiche tecniche che ne permisero l’impiego nella costruzione di un aereo, oggi il legno di betulla è impiegato come base per comporre pannelli multistrati, elastici, resistenti e leggeri che costituiscono poi la base per la fabbricazione di giocattoli, di mobili di design, di pavimentazioni in legno e di …modellini di aerei, solo per fare alcuni esempi.

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L'enorme idrovolante H-4 Hercules, in costruzione nel 1947, a Long Beach.

  • IMAGO / Everett Collection

Un prodotto della betulla molto apprezzato e che torna in auge in questi tempi di riscoperta del valore dei prodotti naturali, è la sua linfa. Chiamata anche acqua di betulla. Perforando, per qualche centimetro appena, la corteccia dell’albero, si raggiunge lo xilema e i vasi dove scorre la linfa grezza ascendente, per drenarla con un piccolo tubicino e raccoglierla in un recipiente. La raccolta avviene nella primissima primavera, prima che sboccino le gemme, quando l’albero dopo l’inverno mobilità le riserve immagazzinate nelle radici per spingerle verso l’apparato fogliare in formazione. Si tratta di un liquido acquoso, arricchito da numerose sostanze fra le quali: minerali, aminoacidi e xilitolo, lo zucchero di betulla, che conferisce il gusto dolciastro. 

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Una goccia dopo l'altra la linfa viene raccolta

  • IMAGO / Pond5 Images

Abbiamo decantato numerose caratteristiche positive legate alla betulla e ai suoi prodotti. Ma, una negativa c’è, suo malgrado. La betulla produce grandi quantità di polline dall’alto potere allergenico. In Svizzera è la pianta ad alto fusto che, da questo punto di vista, presenta l’impatto peggiore sulla salute dell’uomo. Nel nostro Paese gli allergici al polline di betulla sono circa l’8% della popolazione che ne soffre principalmente da marzo a maggio, a dipendenza della zona e dell’andamento climatico. Le betulle presentano dei cicli di alternanza della produzione del polline: annate con abbondanza di polline seguono quelle a bassa produzione.

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Gli amenti della betulla tradiscono un'impollinazione affidata al vento. Questo significa grande produzione di un polline piuttosto leggero che viaggia a grandi distanze

  • IMAGO / Depositphotos

Fino ad ora la betulla non ha avuto un grande potenziale di sviluppo in Svizzera, perché le pratiche di selvicoltura, nei secoli, hanno sempre favorito le specie che possedevano maggior valore sul mercato come l’abete rosso e il faggio. Inoltre, a prescindere dalla mano dell’essere umano, l’evoluzione naturale dei boschi, con l’andare del tempo, favorisce sempre faggio e abete, perché sono più competitivi e longevi della betulla. Ma, tutto questo potrebbe cambiare. Secondo Waldwissen.net, il portale internet d’informazione ai professionisti del bosco, la betulla potrebbe approfittare doppiamente dell’impatto dei  mutamenti climatici sulla copertura forestale del nostro paese. Il previsto incremento di uragani, delle siccità e di parassiti potrebbero aprire dei varchi nel manto boschivo, favorendo le piante pioniere che necessitano di molta luce e spazi liberi per istallarsi. È dunque, una nuova chance per la betulla. Anzi una doppia opportunità, perché da una parte le mutate condizioni naturali potrebbero favorirla ma, potrebbero promuoverne la diffusione anche i forestali stessi, alla ricerca di una pianta che sia in grado rapidamente di coprire il suolo, mettere in sicurezza i pendii e proteggere con le proprie fronde la crescita delle altre specie di piante. Adattabile, resistente alla siccità e agli sbalzi di temperatura, la betulla sembra avere un futuro promettente davanti a sé. 

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