La Corte Internazionale di Giustizia dell’Aja ha affermato mercoledì che i Paesi devono affrontare “la minaccia urgente ed esistenziale” del cambiamento climatico cooperando per ridurre le emissioni, esprimendo così un parere destinato a dirimere futuri contenziosi ambientali.
Il parere della Corte, principale organo giudiziario delle Nazioni Unite, è stato accolto con favore dai gruppi ambientalisti. Si tratta di una vittoria soprattutto per i piccoli Stati insulari e a bassa altitudine che avevano chiesto alla Corte di chiarire le responsabilità dei Paesi. “I trattati sul cambiamento climatico stabiliscono obblighi stringenti per gli Stati”, ha dichiarato il giudice Yuji Iwasawa, presidente della Corte.
Con il suo parere consultivo, la Corte Suprema delle Nazioni Unite ha affermato che gli effetti devastanti del riscaldamento globale potrebbero avere un impatto significativo sui diritti umani. “Gli effetti negativi dei cambiamenti climatici... potrebbero compromettere significativamente il godimento di alcuni diritti umani, incluso il diritto alla vita”, ha sottolineato Iwasawa. Il clima globale dovrebbe essere protetto sia per la popolazione attuale che per le generazioni future, ha affermato. La Corte ha descritto il sistema climatico come “parte integrante e di vitale importanza dell’ambiente e che deve essere protetto per le generazioni presenti e future”.
La violazione da parte di uno Stato di uno degli obblighi costituisce “un atto illecito internazionale che comporta la responsabilità di tale Stato. Lo Stato responsabile è tenuto a rispettare l’obbligo violato. Le conseguenze giuridiche derivanti dalla commissione di un atto illecito internazionale possono comprendere gli obblighi di cessazione delle azioni od omissioni illecite, se queste sono continuative” nonché la “piena riparazione agli Stati danneggiati sotto forma di restituzione, risarcimento e soddisfazione”. È quanto prevede il parere emesso oggi dalla Corte Internazionale di giustizia.
Lanciato nel 2019 dagli studenti dell’arcipelago di Vanuatu e promosso con il voto dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, questo parere della Corte Suprema delle Nazioni Unite, pur non essendo vincolante, dovrebbe influenzare la giustizia climatica a livello mondiale, stabilendo un’interpretazione del diritto internazionale sulla questione dei cambiamenti climatici.
Jorge Vignuales, professore di diritto internazionale: “Gli Stati non possono far finta di nulla dopo questo parere”
Jorge Vignuales, professore di diritto internazionale nel settore ambientale all’Università di Cambridge, ha spiegato ai microfoni di SEIDISERA che implicazioni avrà il parere della Corte, anche se quest’ultimo non è vincolante per gli Stati.
Proprio a livello europeo c’è un precedente, quello della sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo che, l’anno scorso, aveva condannato proprio la Svizzera per violazioni dei diritti umani, a causa di una politica ambientale ritenuta insufficiente. Questo nuovo parere va nello stesso solco e va a rafforzarlo ulteriormente?
“Assolutamente, ribadisce il docente. Gli obblighi legali sono molto chiari, stanno diventando ancora più chiari e i tentativi degli Stati di nascondersi un po’ e cercare un po’ di flessibilità in questioni legali sta piano piano sparendo. Questo perché, giustamente, l’utilizzo dei tribunali permette di chiarire gli obblighi legali e farli più forti”.
Crede che gli Stati si sentano davvero obbligati a fare qualcosa di più concreto rispetto a quanto fatto finora ?
“Dovrebbero, altrimenti i tribunali potrebbero ordinare - sulla base del diritto internazionale - che si facciano certe cose. Tante volte i politici cercano di evadere o eludere gli obblighi, considerandoli non-obblighi oppure obblighi flessibili”. Questa possibilità sta sparendo piano piano, dice il professore.
Ascolta l’intervista integrale al professor Jorge Vignuales
SEIDISERA del 23.07.2025 - Intervista al Prof. Jorge Vignuales
RSI Info 23.07.2025, 19:49
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Sentenza CEDU: Svizzera condannata, non fa abbastanza per il clima
Telegiornale 09.04.2024, 20:00