A scaldare da subito il pubblico internazionale del concorso Eurovision Song Contest con il brano "Stefania" è stata la Kalush Orchestra, gruppo ucraino vincitore dell'ultima edizione proprio con questa canzone che, di diritto, ha aperto la gara.
Ma in Svizzera, non solo per la verità visto che si è fatto conoscere ed apprezzare da una platea di oltre 160 milioni di spettatori, c’era attesa di ascoltare il terzo in ordine di uscita tra i 26 artisti in gara: il sangallese che rappresenta la Svizzera, Remo Forrer classe 2001, con la sua "Watergun". Remo è cresciuto a Hemberg (SG) in una famiglia di musicisti e ha vinto la terza stagione di "The Voice of Switzerland" nel 2020. Suona la fisarmonica e il pianoforte, ma fin da piccolo si è concentrato sul canto.
Austria e Portogallo hanno preceduto a Liverpool la sua performance, nelle attese, applauditissima, che ora potrà beneficiare anche dei voti del pubblico. Grande attenzione alla voce, molto meno al kitsch di ordinanza in queste occasioni.
La sua canzone è anche un appello alla pace, parla dell'impotenza di fronte ai conflitti armati nel mondo. "La mia generazione deve convivere con le conseguenze di decisioni che non abbiamo preso", aveva detto il cantante a marzo. "È frustrante, ma ho comunque la speranza che cambiamenti siano possibili". La finale è proseguita con i cosiddetti big.
Molto attesa anche l'esibizione di Marco Mengoni. L'italiano, vincitore del Festival di Sanremo è stato protagonista di un'interpretazione molto intensa della sua canzone "Due Vite", proposta in versione riarrangiata. Sul palco inglese il cantante ha sventolato la bandiera Lgbtq+, disegnata da un graphic designer in chiave ancora più inclusiva, con nuove strisce dedicate alla comunità di colore, ai transgender, ai malati di Hiv e a chi lotta per i diritti.
Le esibizioni dei 26 cantanti e gruppi in gara sono terminate alle 23.15. È il momento del televoto.
Mara Maionchi racconta a Fabrizio il suo Eurovision 2023
RSI Musica 12.05.2023, 21:07