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Mancherà sempre più manodopera in Svizzera

Il divario tra chi lascia il mercato del lavoro e chi vi entra è sempre più ampio, e tutte le soluzioni proposte hanno un punto debole

  • Oggi, 06:52
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Il settore della sanità sarebbe particolarmente colpito

  • Keystone
Di: Susanne Schmugge (SRF)/sf 

La popolazione attiva in Svizzera è in calo: con il divario tra chi va in pensione e chi entra nel mercato del lavoro che va allargandosi, il problema della carenza di manodopera peggiorerà nei prossimi anni. Entro 10 anni potrebbero mancare 400’000 lavoratori, secondo uno studio della Banca nazionale svizzera (BNS), come riferisce SRF.

Entro dieci anni potrebbero mancare 400’000 lavoratori (Wirtschaft, SRF, 22.07.2025)

In settori come la sanità decine di migliaia di posti potrebbero rimanere vacanti. Non sarebbero però risparmiate le professioni tecniche, come informatici, ingegneri e artigiani specializzati. Un’evoluzione che si tema possa compromettere la crescita e il benessere del Paese.

Per contrastare questa tendenza sono due i grandi ambiti identificati su cui intervenire. Da un lato si potrebbe sfruttare meglio il cosiddetto potenziale della forza lavoro interna. Questo significa che più persone in Svizzera svolgano un’attività lavorativa, oppure chi già lavora lo faccia con un grado di occupazione più elevato e/o vadano in pensione più tardi. L’altro aspetto riguarda il tasso di natalità e l’immigrazione: o più donne o coppie in Svizzera dovrebbero decidere di avere più figli, oppure più persone in età lavorativa dovrebbero immigrare in Svizzera dall’estero. Tuttavia, queste misure presentano dei problemi.

Il numero di figli per donna è in calo da decenni in Svizzera. Si tratta di una conseguenza del benessere e dello sviluppo, come avviene in altri Paesi comparabili. E anche se il tasso di natalità aumentasse sensibilmente, l’effetto si farebbe sentire solo tra decenni.

La quota di persone in età lavorativa che sono occupate è già elevata in Svizzera, con oltre l’80%, anche nel confronto internazionale. Allo stesso tempo, però, il numero medio di ore lavorative settimanali per persona è diminuito.

Se le persone dovessero tornare a lavorare di più e accettassero orari di lavoro settimanali più lunghi, sarebbe un’inversione di tendenza rispetto agli ultimi anni e non ci sono segnali in tal senso. Infine, un’età pensionabile più alta così come una maggiore immigrazione hanno attualmente poche possibilità a livello politico. Molti esperti, invece, ripongono speranze nel progresso tecnologico e nei guadagni di efficienza che ne derivano.

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