L’accordo sancito nelle scorse ore tra i vertici di due colossi dell’auto come Fiat Chrysler Automobiles e PSA (che ingloba Peugeot, Opel, DS e Citroën) conferma l’ulteriore passo avanti della globalizzazione a 4 ruote.
Fino a qualche anno fa le singole marche rientravano in gruppi per ridurre i costi (previsti risparmi da 3,7 miliardi), beneficiare di sinergie e "banche degli organi meccanici" ed evitare i rischi legati alle fluttuazioni di mercato. Ora questi gruppi si accentrano in colossi ancor più immensi, puntando a sfruttare le qualità garantite dai futuri partner.
E’ anche per questo che un marchio storico come Opel si è trovato in pochi anni a essere parte di General Motors, poi scartata da quest’ultima, desiderato da Fiat e infine assorbito nel 2018 da PSA, dovendo subire in questa fase tagli occupazionali massicci e una rielaborazione profonda di gamma e attività.
Nel caso di FCA, tra i vantaggi legati all’intesa c’è il know-how dei francesi in materia di veicoli elettrici – grazie alla pluriennale esperienza di Opel in merito e di Peugeot e Citroën anche grazie a precedenti intese con Mitsubishi – che per Fiat è fondamentale sui mercati europeo e statunitense; inoltre la presenza di Vauxhall in PSA permette agli italo-americani di avere un piede nel Regno Unito dopo la Brexit.
A PSA possono interessare, ad esempio, la presenza assai forte e articolata di Fiat e Chrysler-Jeep su mercati preziosi come il Nordamerica e - in subordine - le peculiarità di marchi come Jeep nell’ambito delle 4x4 e di Ferrari e Maserati (e relative tecnologie hi-tech) nel segmento del lusso e delle supersportive. Va comunque ricordato che Fiat e Peugeot-Citroën collaborano già da anni nel settore dei veicoli commerciali.
La profezia di Martin Winterkorn
L’obiettivo di massimizzare i profitti e fare sinergie per risparmiare oculatamente è del resto da tempo un mantra per qualsiasi costruttore e sono rimasti ormai in pochi a mantenere una reale autonomia, come è il caso di Honda. Del resto, l’ex patron del Gruppo VW Martin Winterkorn, finito nella bufera e poi dimessosi a seguito del Dieselgate, aveva dichiarato nel 2009 che entro i successivi 5-10 anni sarebbe rimasta al massimo una manciata di grandi colossi. Una profezia – quella dell’ex top manager tedesco – che si sta puntualmente avverando.
Cosa porterà l’unione tra FCA e PSA? Nasceranno modelli realizzati su basi comuni, ma per il cliente finale non cambierà granché. I singoli marchi manterranno comunque una propria rete e una propria personalità, come lo dimostra l’approccio che il Gruppo VW ha avuto con Seat e Skoda, che da anni brillano di luce propria.
Potrebbero rimetterci gli operai visto che i tagli sono un’eventualità da non escludere, ma i sindacati nei vari Stati interessati hanno già dichiarato che vigileranno affinché non siano le maestranze a rimetterci, soprattutto in Italia.
Fiat-Peugeot, c'è l'accordo
Telegiornale 18.12.2019, 13:30
Prima Pagina 12.00 del 18.12.2019 - La corrispondenza di Guido Plutino
RSI Info 18.12.2019, 12:00
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Fiat-Peugeot, c'è l'accordo
Telegiornale 18.12.2019, 21:00