“In Israele succede spesso che ci sia un attacco missilistico, per noi è normale, quindi non siamo andati nel panico. Abbiamo solo lasciato l’area della festa e siamo andati al parcheggio. Tutti i miei amici erano scappati e restavamo solo io, Maja e Itai Regev ma molto presto abbiamo capito che non era un attacco normale: così ci siamo messi a correre. C’erano centinaia di persone che correvano per salvarsi”.
A parlare ai microfoni del nostro Radiogiornale è Omer Shem Tov. Israeliano, è un ex ostaggio che era finito nelle mani di Hamas durante il 7 ottobre, l’attacco compiuto esattamente un anno fa in Israele dal gruppo islamista e nazionalista palestinese che ha provocato circa 1’200 morti, tra qui moltissimi civili.

A Gaza con i miliziani di Hamas il giorno della sua liberazione
Si trovava al Nova Festival, evento musicale nel quale furono uccise quasi 380 persone e diverse altre furono rapite. È stato liberato lo scorso febbraio e alla RSI spiega che: “C’era gente che veniva colpita, corpi ovunque. Abbiamo cercato di nasconderci, ma poi li sentivamo avvicinarsi. Dopo un’ora e mezza ho sentito il mio telefono. Era Hori, una persona che avevo conosciuto due ore prima: era amico di un amico. Era già al sicuro quando mi ha chiamato e mi ha detto: “Mandami la tua posizione” ed è tornato indietro per salvarci”.
“I miei amici Maja e Itai sono saliti dietro, nella sua auto, io ero accanto a lui: poco dopo abbiamo voltato a destra e li abbiamo visti: Hamas bloccava le strade con due pick-up. Sparavano: sentivo i proiettili sfiorarmi le orecchie. Hori ha tentato di scappare ma lo hanno catturato e dopo undici mesi di prigionia è stato ucciso”.
“Quanto a me, - spiega ancora l’ex ostaggio – sono stato scaraventato fuori dall’auto: sono stato picchiato; mi hanno legato le mani dietro la schiena. Maja e Itai erano feriti. La gamba di Maya restava attaccata praticamente solo da un lembo di pelle. I terroristi ci hanno buttati sul pick-up e poi siamo partiti”.
Il suo ricordo, di cosa è successo due anni fa, è sfocato, spiega Omer Shem Tov: “Non riuscivo a vedere nulla; vedevo solo il cielo, perché ero sdraiato, ed i terroristi sopra di me. Poi ho iniziato a sentire le urla. Gridavano Allahu Akbar. Sentivo solo gente che festeggiava ed è stato in quel momento che ho capito di essere a Gaza”.

Centinaia di persone furono uccise al Nova Festival