Intervista

“C’era gente che veniva colpita e c’erano corpi ovunque”

Israele: il ricordo di Omer Shem Tov, che venne rapito il 7 ottobre del 2023 mentre si trovava al Nova Festival

  • Oggi, 08:37
  • Oggi, 08:44
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Durante il rilascio

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Di: Intervista raccolta da Michele Giorgio/adattamento: ludoC 

“In Israele succede spesso che ci sia un attacco missilistico, per noi è normale, quindi non siamo andati nel panico. Abbiamo solo lasciato l’area della festa e siamo andati al parcheggio. Tutti i miei amici erano scappati e restavamo solo io, Maja e Itai Regev ma molto presto abbiamo capito che non era un attacco normale: così ci siamo messi a correre. C’erano centinaia di persone che correvano per salvarsi”.

A parlare ai microfoni del nostro Radiogiornale è Omer Shem Tov. Israeliano, è un ex ostaggio che era finito nelle mani di Hamas durante il 7 ottobre, l’attacco compiuto esattamente un anno fa in Israele dal gruppo islamista e nazionalista palestinese che ha provocato circa 1’200 morti, tra qui moltissimi civili.

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A Gaza con i miliziani di Hamas il giorno della sua liberazione

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Si trovava al Nova Festival, evento musicale nel quale furono uccise quasi 380 persone e diverse altre furono rapite. È stato liberato lo scorso febbraio e alla RSI spiega che: “C’era gente che veniva colpita, corpi ovunque. Abbiamo cercato di nasconderci, ma poi li sentivamo avvicinarsi. Dopo un’ora e mezza ho sentito il mio telefono. Era Hori, una persona che avevo conosciuto due ore prima: era amico di un amico. Era già al sicuro quando mi ha chiamato e mi ha detto: “Mandami la tua posizione” ed è tornato indietro per salvarci”.

“I miei amici Maja e Itai sono saliti dietro, nella sua auto, io ero accanto a lui: poco dopo abbiamo voltato a destra e li abbiamo visti: Hamas bloccava le strade con due pick-up. Sparavano: sentivo i proiettili sfiorarmi le orecchie. Hori ha tentato di scappare ma lo hanno catturato e dopo undici mesi di prigionia è stato ucciso”.

“Quanto a me, - spiega ancora l’ex ostaggio – sono stato scaraventato fuori dall’auto: sono stato picchiato; mi hanno legato le mani dietro la schiena. Maja e Itai erano feriti. La gamba di Maya restava attaccata praticamente solo da un lembo di pelle. I terroristi ci hanno buttati sul pick-up e poi siamo partiti”.

Il suo ricordo, di cosa è successo due anni fa, è sfocato, spiega Omer Shem Tov: “Non riuscivo a vedere nulla; vedevo solo il cielo, perché ero sdraiato, ed i terroristi sopra di me. Poi ho iniziato a sentire le urla. Gridavano Allahu Akbar. Sentivo solo gente che festeggiava ed è stato in quel momento che ho capito di essere a Gaza”.

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Centinaia di persone furono uccise al Nova Festival

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