La prospettiva di un dialogo fra Russia Ucraina per mettere fine al conflitto sembra allontanarsi. Ospite del programma 19:30 della RTS, il politologo Nicolas Tenzer, docente a “Sciences Po” a Parigi, ritiene che Vladimir Putin, il capo del Cremlino, non cerchi la pace ma solo di guadagnare tempo.
Venerdì, il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov è stato categorico: non è previsto alcun incontro tra i presidenti russo e ucraino. Nel frattempo, in Ucraina, i combattimenti continuano. Negli ultimi giorni, sono state conquistate tre nuove località nell’est del paese. Giovedì, missili russi hanno persino colpito un complesso industriale americano, ferendo 19 persone. Un attacco che il presidente della Camera di Commercio americana in Ucraina, Andy Hunder, ha denunciato sul posto: “Questo dimostra che la Russia non è interessata alla pace, che la Russia attacca le aziende americane, umilia le aziende americane, e chiediamo al presidente Trump e alla sua amministrazione di sostenere le compagnie americane qui in Ucraina”, ha spiegato.
Nessuna volontà di pace
Per Nicolas Tenzer, specialista in relazioni internazionali e pensiero strategico, non bisogna farsi illusioni: Vladimir Putin non ha alcuna intenzione di negoziare. “Quando si ascolta Sergei Lavrov, ci si rende conto che non c’è alcuna propensione da parte di Mosca a incontrare il presidente ucraino. Penso che semplicemente il presidente Putin stia cercando di guadagnare tempo. Come sempre”, spiega il docente all’Istituto di studi politici di Parigi.
Vladimir Putin sembra spegnere le speranze di un accordo di pace
L’analista ritiene addirittura che il Cremlino tema un confronto diretto tra i due capi di Stato. “Questa proposta di incontro, il presidente Zelensky l’aveva già formulata molto tempo fa, ma credo che Vladimir Putin, in realtà, in un certo senso, abbia paura di questo incontro con il presidente Zelensky. Perché da un lato abbiamo un uomo straordinariamente coraggioso (...) che si assume tutti i rischi, che è un presidente legittimamente eletto. E dall’altro, un presidente che non è stato eletto democraticamente, che si nasconde e che vede che l’Ucraina gli resiste (...) Credo che ci sia una sorta di squilibrio che Vladimir Putin teme”, spiega.
La pace come rinuncia a un’ideologia
Nicolas Tenzer ritiene inoltre che la guerra non sia solo una strategia di circostanza, ma una componente dell’ideologia del Cremlino. “È qualcosa che dicevo già nel 2014, non solo nel 2022. (...) Fare la pace, per Vladimir Putin, significherebbe rinunciare ai suoi obiettivi di potere, ai suoi obiettivi di schiacciamento, a ciò che in un certo senso lo tiene in vita, cioè una politica di annientamento del suo vicino ucraino, anche se questo annientamento precipiterà ancora di più la caduta della Russia”, spiega.
Una “sconfitta militare della Russia” necessaria
Per l’ospite del telegiornale della RTS, sono gli europei che devono ora trarre tutte le conseguenze da questo stallo. “L’idea stessa di una pace con la Russia così com’è oggi, ovviamente, è una sorta di chimera, una sorta di mostro mitologico in un certo senso. È qualcosa che non può esistere. Ciò che resta da fare oggi è ovviamente per gli europei, perché non possiamo più fidarci degli Stati Uniti, armarsi, armarsi sempre di più, purtroppo, e armare in modo decisivo l’Ucraina”, analizza.
Perché per Nicolas Tenzer, l’unica pace possibile “si baserà sulla sconfitta militare della Russia in Ucraina”, conclude.

L'incontro Putin-Zelensky sempre più in forse
Telegiornale 22.08.2025, 20:00