Mondo

Aiuti militari all’Ucraina in forte calo nel 2025

Dopo il disimpegno degli Stati Uniti, l’Europa non riesce a colmare il vuoto. Crescono le disparità tra i Paesi alleati, mentre Bruxelles cerca soluzioni straordinarie

  • 53 minuti fa
Il 2025 potrebbe diventare l'anno con il livello più basso di nuovi stanziamenti per l'Ucraina dall'inizio dell'invasione
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Radiogiornale delle 12.30 del 10.12.2025: Il servizio di Chiara Savi sul supporto militare all’Ucraina

RSI Info 10.12.2025, 12:30

  • Keystone
Di: Radiogiornale - Chiara Savi/ATS/YR 

Il 2025 si profila come l’anno più difficile per l’Ucraina sul fronte degli aiuti militari e finanziari. Dopo un avvio non negativo, il ritmo dei nuovi stanziamenti è rallentato drasticamente durante l’estate e la tendenza è proseguita negli ultimi mesi. Secondo i dati del Kiel Institute, nei primi dieci mesi dell’anno sono stati stanziati 32,5 miliardi di euro in aiuti militari all’Ucraina, soprattutto dall’Europa. In soli due mesi, gli alleati dell’Ucraina dovrebbero stanziare più di 5 miliardi di euro per eguagliare l’anno più basso (37,6 miliardi di euro stanziati nel 2022) e più di 9 miliardi di euro per eguagliare la media di 41,6 miliardi di euro versati annualmente tra il 2022 e il 2024.

Il principale fattore di questo calo è il disimpegno degli Stati Uniti, deciso dal presidente Donald Trump al suo ritorno alla Casa Bianca. Washington, che nei primi due anni di guerra aveva fornito più della metà degli aiuti militari, ha sospeso i nuovi stanziamenti, lasciando all’Europa il compito di compensare. Dopo un iniziale sforzo, però, anche i Paesi europei hanno perso slancio. “Se questo rallentamento continuerà, il 2025 diventerà l’anno con il minor numero di nuovi aiuti all’Ucraina”, avverte Christoph Trebesch, a capo del team dell’istituto di ricerca tedesco.

Nel frattempo, in seno all’Europa emergono forti disparità. Germania, Francia e Regno Unito hanno aumentato sensibilmente i contributi – Berlino li ha triplicati, Parigi e Londra li hanno raddoppiati – ma in rapporto al PIL restano indietro rispetto ai Paesi nordici, come Danimarca, Finlandia, Norvegia e Svezia. Italia e Spagna, invece, hanno ridotto o congelato i propri impegni: Roma ha tagliato del 15% rispetto ai primi due anni di guerra, mentre Madrid non ha stanziato nuovi aiuti militari nel 2025.

Per far fronte alla crisi, la Commissione europea sta studiando un piano straordinario che prevede di utilizzare circa 200 miliardi di euro di beni della banca centrale russa congelati nell’UE per finanziare un prestito all’Ucraina. L’obiettivo è sbloccare una prima tranche di 90 miliardi in occasione del vertice del 18 dicembre a Bruxelles. Ma il progetto incontra resistenze, in particolare dal Belgio, che teme ritorsioni da Mosca.

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