Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha approvato la trasformazione della missione di sicurezza multinazionale in corso ad Haiti in una vera e propria forza militare, autorizzando fino a 5’500 unità tra poliziotti e soldati. Si tratta di un passo significativo rispetto alla precedente operazione, che prevedeva 2’500 agenti di polizia, in gran parte provenienti dal Kenya, con il solo scopo di supportare le forze haitiane. In realtà, dopo oltre un anno ne sono arrivati solo 1’000.
La nuova missione, proposta dagli Stati Uniti e Panama, avrà un mandato più ampio e l’autorizzazione a “usare tutti i mezzi necessari” per neutralizzare le gang. È una svolta netta rispetto alla precedente missione, che non disponeva né di risorse adeguate né di un chiaro potere operativo, e non è riuscita a impedire il collasso dell’ordine nella capitale Port-au-Prince, dove le gang hanno preso il controllo di interi quartieri.
Il Paese versa in condizioni drammatiche. Dal febbraio 2024, le gang hanno rovesciato l’ex primo ministro Ariel Henry, isolando la capitale e spingendo un milione e trecentomila persone alla fuga. Le istituzioni sono al collasso: non si tengono elezioni dal 2016, e il governo è oggi nelle mani di un Consiglio presidenziale di transizione. Minato da lotte interne, non è riuscito a riportato alcuna stabilità al Paese.
In parallelo alla nuova missione ONU, è emersa la controversa presenza di Vectus Global, compagnia di sicurezza privata fondata da Erik Prince, noto per aver creato Blackwater. Nel marzo scorso la società ha firmato un contratto decennale con il governo haitiano per operazioni di sicurezza e per riscuotere le tasse. Erik Prince è una figura controversa, strettamente legata all’amministrazione Trump (sua sorella Betsy DeVos è stata ministra dell’Istruzione). Prince è noto soprattutto per la fondazione di Blackwater, coinvolta nel massacro di Nisour Square a Baghdad nel 2007, in cui 14 civili furono uccisi da contractor americani. Quattro di loro, condannati per omicidio, furono graziati da Trump nel 2020.

Consiglio di sicurezza non unanime: Cina e Russia hanno perplessità
Pechino e Mosca hanno espresso scetticismo sulla risoluzione, entrambe si sono astenute durante il voto, criticando la mancanza di una chiara transizione politica ad Haiti e temendo che il mandato possa essere usato per fini militari non dichiarati. I due Paesi hanno inoltre criticato gli Stati Uniti, accusandoli di non aver fatto abbastanza per bloccare il traffico illegale di armi verso Haiti proveniente dal loro territorio e di non aver garantito i finanziamenti promessi alla missione iniziale.
La nuova missione è vista come una necessità da molti, incluso il consiglio presidenziale di transizione, consapevoli che senza un intervento deciso il Paese rischia il collasso totale. Tuttavia, le critiche non mancano: attivisti, analisti e parte della comunità internazionale temono un uso indiscriminato della forza, che metta a rischio la popolazione, già estremamente provata. Haiti conta una lunga lista di interventi internazionali disastrosi, sia armati che umanitari. In un contesto segnato da sfiducia verso le istituzioni, disillusione popolare e violenza endemica, Haiti si trova ancora una volta a fare i conti con un futuro appeso a decisioni prese altrove.