Dopo tre giorni a porte chiuse, compreso il martedì del tradizionale riposo settimanale, il Louvre ha riaperto i battenti mercoledì alle 9 del mattino. Il museo parigino più frequentato del mondo (9 milioni di persone nel 2024, per l’80% straniere) è tornato quindi ad accogliere visitatori dopo il clamoroso furto di gioielli della corona francese messo a segno nel fine settimana da una banda di quattro malviventi. Un bottino dal valore venale di 88 milioni di euro, ma storico inestimabile.
Molti turisti erano già in coda un’ora prima dell’apertura delle porte. Ancora inaccessibile la galleria di Apollo, dove è stato perpetrato il furto, che si trova al primo piano con affaccio sulla Senna. Sono otto i pezzi che vi sono stati rubati su un totale di circa 800, dopo che i ladri si erano introdotti dall’esterno usando un montacarichi. Fra questi il diadema dell’imperatrice Eugenia, sposa di Napoleone III.

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Mentre le indagini proseguono, ma della refurtiva e dei malviventi non vi è tutt’ora alcuna traccia, la direttrice Laurence des Cars è chiamata a esprimersi in Parlamento. Alle 16.30 verrà ascoltata dalla Commissione della cultura del Senato. Fin qui è rimasta pubblicamente in silenzio. Secondo Le Figaro, avrebbe rassegnato le dimissioni, respinte. A parlare finora era stata la ministra della cultura, Rachida Dati, che ha escluso falle nella sicurezza all’interno del museo, sostenendo invece che siano mancate le misure all’esterno. Un pre-rapporto della Corte dei conti, tuttavia, deplora un ritardo nella posa di strumenti per garantire la protezione delle opere.
Ora come detto tocca a des Cars rispondere alle domande. Prima donna alla guida del Louvre, in precedenza aveva presieduto i musei dell’Orangerie e d’Orsay.

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