A Milano oltre 5’000 nuclei familiari si trovano con le proprie case sotto sequestro, senza poterle usare o vendere. La causa? L’inchiesta della Procura che ha messo sotto accusa centinaia di permessi di costruzione, rilasciati dal Comune negli ultimi anni. E la crisi rischia di estendersi, coinvolgendo decine di migliaia di altri immobili.
“Il sentimento prevalente, pensando alle storie di tutti quelli che hanno acquistato qui, e non solo il mio, è rabbia, rabbia, rabbia”, dice Mariastella Ghiazza, una dottoressa in pensione che nel 2020 ha deciso di trasferirsi a Milano, per stare più vicina al nipote appena nato. Ha acquistato un trilocale in uno stabile in costruzione, con data di consegna prevista per marzo 2023. Ma da quasi un anno il suo cantiere - come più di 150 in città - è sotto sequestro. “Dante diceva: ‘Stan come color che stan sospesi’. Però non si può star sospesi sulla casa di abitazione. Perché io mi sono trasferita a Milano a fine del mio ciclo professionale e il diritto alla casa è inalienabile: io ho pagato per questa casa”, prosegue.
Filippo Maria Borsellino è rimasto senza casa dopo aver anticipato oltre 100’000 euro. Anima il comitato che rappresenta le oltre 5’000 famiglie nelle sue stesse condizioni. “C’è chi ha versato anticipi o caparre, e chi già vive in abitazioni, ora completamente deprezzate o invendibili, perché coinvolte nell’inchiesta”, spiega. “Una delle cose che più mi preme sottolineare del comitato è essere riuscito a far uscire tutte le nostre storie, storie di normalità, storie di persone appartenenti al ceto medio della città. Non solo: questo blocco urbanistico va a penalizzare tutte quegli appartamenti costruiti in edilizia convenzionata, quindi è una crisi, è un blocco che va a colpire tutto il ceto medio della città”, continua Borsellino.
La principale ipotesi di reato, formulata dalla magistratura, è la lottizzazione abusiva. “La Procura denuncia il fatto che si sia fatta una SCIA, una certificazione di inizio attività, invece che un piano attuativo. La differenza in soldoni, per rimanere in tema, il versamento di meno oneri urbanistici, che sarebbero andati alla comunità di Milano, per maggiori servizi come per esempio fognature, asili nido, etc”, conclude Borsellino.
Dal 2015 ad oggi - secondo una stima - sono stati circa 50’000 gli alloggi realizzati a Milano con almeno una delle problematiche contestate dalla Procura, tra irregolarità edilizie e urbanistiche. Il rischio, dunque, è che lo tsunami giudiziario si allarghi, investendo centinaia di migliaia di cittadini.
“Io ho dei clienti che investono anche in Svizzera. Andare a spiegare una situazione del genere, dopo che uno ha fatto quello che ti ha detto l’amministrazione, hai pagato tutti gli oneri, hai fatto tutto quello che ti è stato detto, dire: ‘No, perché è tutto fermo?’. ‘Perché la Procura ritiene che le norme applicate dal Comune sono errate’, ben capite che è una cosa che può capitare solo da noi... purtroppo”, sostiene l’intermediario immobiliare Giuseppe Brachetti. Uno scontro interpretativo che ha relegato migliaia di milanesi in un limbo abitativo, senza una via d’uscita evidente.
Milano, migliaia di nuclei familiari con le case sotto sequestro
Sono rimasti - loro malgrado - intrappolati nelle maglie di un’inchiesta che mette in discussione centinaia di permessi di costruzione rilasciati dal Comune negli ultimi anni

5 mila case sotto sequestro a Milano
Telegiornale 15.09.2025, 12:30