Russia e Stati Uniti stanno discutendo intensamente anche d’affari, non solo di pace in Ucraina. E questo nonostante le pesanti sanzioni introdotte contro la Russia in seguito all’invasione dell’Ucraina tre anni e mezzo fa, ed i suoi continui bombardamenti sul paese.
È quanto sostiene un’inchiesta condotta da Reuters ricca di dettagli. L’agenzia sostiene che negli ultimi incontri, ai più alti livelli, sul tavolo delle trattative non ci sono state solo delle strategie per far tacere le armi, ma anche delle strategie per far fluire nuovamente il gas e il petrolio russo verso Occidente.
Si è discusso di affari, in particolare, durante l’ultima visita dell’inviato speciale della Casa Bianca al Cremlino, il miliardario Steve Witkoff - uomo di fiducia del presidente degli Stati Uniti.

E si è ridiscusso di affari durante il faccia-a-faccia in Alaska tra Donald Trump e Vladimir Putin, quando quest’ultimo è stato accolto con un tappeto rosso, dopo alcuni anni di isolamento internazionale anche a seguito di un mandato di cattura da parte della Corte penale internazionale. Tutto questo senza alcun coinvolgimento di un’Unione europea ancora impegnata nel mettere a punto nuove sanzioni anti-russe.
In concreto, di cosa avrebbero discusso Russia ed USA?
Anzitutto viene evocato il progetto Sakhalin-1, che interessava al gigante petrolifero statunitense Exxon Mobil. Un’allettante occasione per mettere le mani sulle riserve russe di petrolio e gas. Tutto era finito però nel congelatore oltre 3 anni fa. E questo era costato parecchio alla compagnia energetica americana. Gli Stati Uniti sarebbero anche interessati a fornire alla Russia le infrastrutture necessarie per dei futuri progetti dedicati al gas naturale liquefatto, in particolare nella regione dell’Artico. E poi Washington pare anche interessata a procurarsi delle navi rompighiaccio a propulsione nucleare, made in Russia. Un ulteriore segnale che i giacimenti nella zona dell’Artico fanno proprio gola.
Queste sono tutte indicazioni che sono state fornite da più fonti rimaste anonime. Nessuno osa esprimersi apertamente, su questioni così delicate. E anche le società coinvolte, quali Exxon, Rosneft o Novatek non hanno voluto rispondere alle sollecitazioni dei giornalisti d’inchiesta.
Dalla Casa Bianca è solo giunta una precisazione: per questi temi definiti di “interesse nazionale” non si negozia pubblicamente. Tutto resta nella massima (o quasi…) discrezione.