Il premier del Regno Unito Keir Starmer ha tenuto martedì al congresso laburista di Liverpool uno dei discorsi più importanti della sua carriera politica, nel tentativo di difendere il proprio operato e risollevare le sorti sue e del Governo, sempre più impopolare e oggetto di pressioni anche interne.
“È un grande Paese e sarà sempre un grande Paese, un Paese decente, pragmatico, ragionevole e tollerante, che in tutta la sua storia è rimasto fedele ai valori. Questa è la Gran Bretagna per cui lotto”, ha detto il primo ministro, lanciando il suo appello all’unità e ringraziando le imprese a cui “abbiamo chiesto un grande contributo nell’ultimo budget”.
Starmer si è rivolto anche alla cosiddetta “working class”, chiedendole di non farsi sedurre dalle ricette “populiste” di Reform UK, il partito di Nigel Farage che veleggia in testa ai sondaggi, ma di identificarsi invece con la visione di un Paese “costruito per tutti”. Ha chiesto “pazienza” agli elettori, sulla strada del rinnovamento e della lotta per “l’anima del Paese”. “Patriottismo è servire un bene comune”, ha insistito. La minaccia non arriva però solo da destra, anche da sinistra, con la nuova formazione creata dal suo predecessore Jeremy Corbyn che rischia di erodere la base elettorale del Labour.
Una base già notevolmente erosa, se si guarda ai sondaggi: i numeri dicono che Starmer è il premier più impopolare della storia moderna del Regno. Con lui oggi c’è solo il 13% dei cittadini, il 79% condanna la sua linea politica. Il Governo piace ancora meno, lo boccia l’82% degli intervistati. Se si andasse alle urne oggi, i laburisti si fermerebbero al 22%, secondi davanti a conservatori e liberal-democratici, ma staccati di 12 punti dal 34% di Reform UK.
Non poteva mancare un accenno al piano per Gaza di Donald Trump: Starmer ha invitato tutte le parti in causa a realizzare il piano e ha detto di sostenere ogni iniziativa che fermi i combattimenti, permetta la liberazione degli ostaggi e la ripresa degli aiuti. All’orizzonte, l’obiettivo rimane la soluzione dei due Stati: Londra ha da pochi giorni riconosciuto la Palestina.

Il riconoscimento della Palestina approda a New York
Telegiornale 22.09.2025, 20:00